Maschere

maschereIl caro House è diventato cantante. Non gli basta più il sostegno del bastone, vuole avere che sia la musica che gli scorre dentro a reggerlo. Fin qui niente di eccezionale. Sai quanti attori hanno il periodo del giro di boa e affrontano la strada musicale. Ha rilasciato una dichiarazione che era già stata fatta da altri in modi diversi. Nel suo modo diretto lui l’ha detta meglio, però. Tutti noi viviamo con delle maschere che all’occorrenza ci mettiamo o togliamo. A volte ce la mettono gli altri. In ogni caso, sono poche le volte che giriamo a volto scoperto, per così dire. La differenza tra cantanti e attori  sta proprio li: gli attori la maschera se la mettono mentre i cantanti se la tolgono. E’ intuitivo come ragionamento dato che gli attori non possono far trasparire le loro emozioni mentre i cantanti si basano principalmente su quelle. E noi? Quando ce la mettiamo e quando ce la togliamo? Sarebbe bello che tutti ce l’avessero in mano in modo da vedere quando la indossano e quando no. Perché credo sia proprio questo il ‘dramma della maschera’. Con certa gente non sai mai se sta fingendo o no. C’è un mio collega, diciamo più un mio superiore in qualche senso, che ti guarda sempre di sbiego e annuisce ad ogni cosa che dici. Parla poco ma ascolta molto, almeno sembra. Non so se con profitto o no sinceramente. Per un certo periodo ho anche creduto non c’arrivasse a certe cose e che fosse solo il suo potere a renderlo sicuro di sé. Posizione, tra l’altro, che non so chi gli abbia regalato viste le scarse capacità che dimostra. Comunque deve avere la sua buona stella dato che tutti cercano di non urtalo perché se vai in disgrazia a lui puoi dire addio a qualsivoglia tipo di carriera li dentro. Ma come lui avrei mille esempi di persone che appaiono in un modo e poi si rivelano un altro. Solo al lavoro ne conto almeno una decina. No bene direi. Appena assunta credevo che l’ambiente di lavoro fosse diverso. Che ti potessi fidare, tanto siamo tutti li per lavorare. Mi avevano avvisata, devo ammetterlo. Eppure io sono troppo ottimista, dovrei svegliarmi. Stento sempre a credere quanta cattiveria ci sia in giro. Infatti ho dovuto sbranarmi presto. Altrimenti finivo ingoiata da pesci grossi che non fanno altro che fregare le pescioline spaurite e appena arrivate com’ero io. Nonostante tutto, però, ancora adesso non capisco certi atteggiamenti e vorrei delle istruzioni o, che so, le dieci regole per smascherare i farabutti. Che senso ha parlar male degli altri alle spalle per poi accoglierli la mattina con un sorriso? Sono destabilizzata. Nonostante siano passati anni e ormai c’abbia fatto il callo. Perché le maschere, perché? Per lo meno gli attori greci dovevano interpretare altri. Noi chi interpretiamo? Chi vogliamo essere? Abbiamo forse paura del giudizio degli altri su di noi? Ma chi se ne frega! Preferisco essere me stessa e ricevere valanghe di critiche che fingere di essere diversa e vivere nel terrore che scoprano la mia vera natura. Giù la maschera tutti, vi prego. Non siamo al carnevale di Venezia. Lo spettacolo è finito, è ora della verità.

 

Eva Kant

 

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