Massificazione

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una notevole evoluzione nei costumi, negli usi. Mutamenti che sono stati influenzati anche da internet. Nella nostra epoca è mutato il tipo di educazione. C’è più crudezza, meno franchezza.  Inoltre negli abissi di vuoto sentimentale compare la superbia, l’invidia, la rivalità.

E’ sempre più di moda ostentare sulle pagine web la propria vita privata, i propri viaggi. Per chi ama viaggiare, e sono sempre di più, è un privilegio, una occasione ghiotta poter esibire le proprie foto sui siti pubblici. Per poter rivedere le proprie vacanze, per poter far vedere agli altri la propria gioia, il proprio divertimento. Non si può tornare indietro, tutti ostentano, esibiscono come consumate ballerine su un palco mentre mostrano le proprie grazie senza rossori. Ognuno pensa che il proprio microcosmo sia unico, importante, autorevole  da fare invidia mentre magari gli altri non ci pensano proprio. Si moltiplicano le iniziative per far vedere agli altri. Anche le persone più mature, anziane, più riservate  non si sottraggono al fascino del web. Ci sono poi quelli che invidiano veramente, che sentono una ferita nel cuore, che sono invasi dalla tristezza, che detestano le persone felici e mostrano segni di nervosismo.

Tuttavia l’immagine del turismo che ne viene fuori è quello di un turismo di massa, spensierato, quasi folle, maleducato, aggressivo. Un turismo che non ha rispetto per i monumenti, che non è indulgente con le opere d’arte che imbratta e deturpa.

Nel mondo dorato del web le mete sono sempre le stesse, le più ambite: le capitali europee, gli Stati Uniti, il sud est asiatico ecc. un ripetersi monotono di itinerari tutti uguali. Troviamo sempre Parigi, Barcellona, Berlino, Monaco, ecc. la gente ha in testa in ordine gerarchico di importanza i posti da visitare, che visita con ansia divorante.

Il terrorismo ha un po’ bloccato il turismo di massa, quello che ambisce solo alle mete classiche senza guardarsi intorno, che frequenta solo le vie dello shopping e del lusso.  Il terrorismo ha stravolto le abitudini, ha sradicato le persone, ci ha scaraventato nel male profondo. Molti sentono di non appartenere più a niente solo perché non possono più camminare nelle piazze principali delle capitali del mondo. Molti si sentono sull’orlo del precipizio solo perché i centri storici sono blindati.

Guardiamo il turismo di massa con un po’ di disgusto. In fondo dovremo imparare di nuovo a fare i turisti a riscoprire gli incanti dei piccoli centri, piccoli paradisi nascosti, fonti inesauribili di arte e cultura. Invece di andare a Parigi potremo visitare la Normandia, la Provenza, invece di andare a Bruxelles potremo visitare Namur. Dobbiamo spostare l’attenzione verso i piccoli borghi, poco frequentati dalle masse ma lontani da occhi indiscreti e malvagi. Ci sono borghi ridenti anche nella propria nazione senza dover fare lunghe tratte. La minaccia terroristica dovrebbe farci riscoprire i piccoli centri, luoghi tranquilli, dove il tempo scorre sereno. Dovremo evitare i luoghi super affollati, i posti scontati, quelli dove vanno tutti.

Il web ha portato solo a una massificazione anche del turismo e non possiamo essere riconoscenti in questo caso.

 

Ester Eroli

 

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