Negli ultimi tempi siamo testimoni di vari episodi di cronaca particolari. Ci sono stati casi di padri che hanno abbandonato i figli nelle auto per ore senza ricordarsi di averli in macchina. Ci sono poi casi più gravi di padri che uccidono i figli, li gettano dalla finestra, dai cavalcavia delle autostrade. Li uccidono con i coltelli, nemmeno con la pistola, oppure li privano della loro madre uccidendola. Sono lontani i tempi in cui si trovava sicurezza in casa, carezze e calore. Ormai tutto è finito all’improvviso, in fretta. Siamo costretti ad affrontare una realtà nuova, difficile, priva di logica. I padri del secolo scorso erano rigidi, poco comprensivi, quelli moderni sono pieni di gentilezza ma sono distratti.
I padri moderni sono disinvolti purtroppo non hanno molto tempo da dedicare ai loro figli sono presi dalla smania di arrivare a una posizione di prestigio al lavoro. Non sono sereni e soddisfatti, sono alla ricerca di sempre nuove cose. La ricerca di perfezione sul lavoro li porta a far naufragare la propria vita privata che dovrebbe essere fatta di reciprocità. Un padre dovrebbe scrollarsi di dosso il mondo fuori, appartenere solo alla famiglia. Invece i rapporti si sono guastati perché non ci si accontenta di quello che si ha. Si da importanza solo alle cose materiali. Alla fine però si paga tutto, tutti gli sbagli.
Un uomo dovrebbe sentirsi senza problemi parte integrante della famiglia e non solo un manager in carriera che ha una famiglia.
I padri migliori sono stati forse quelli della passata generazione che capivano i figli e quasi indovinavano i loro pensieri come profeti. Molti padri sembravano dei veggenti e captavano subito le esigenze dei figli, riuscivano subito ad intuire le loro magagne, i loro misfatti, i loro desideri senza mezzi termini. Attualmente c’è posto solo per il disincanto.
Ester Eroli