Il museo del vino di Barolo

Nelle langhe, luogo sede di prestigiosi vitigni,  nella provincia di Cuneo possiamo trovare il museo del vino Barolo, una vera analisi della civiltà enoica nel tempo, a partire dalle sue origini. Un vero spazio espositivo storico e originale. Viene narrata l’evoluzione della civiltà contadina legata alla produzione di vini di pregio.

Un museo particolare, innovativo, accogliente,  perché rompe con la tradizione classica espositiva. Il suo realizzatore, l’architetto Francois Confino, creatore di altri musei sparsi nel mondo, ha voluto un percorso che si snoda a senso inverso ossia in senso discendente attraverso cinque piani in un totale di ben 2700 metri quadri. Un viaggio che parte dall’alto per discendere verso il basso, nel cuore, nelle radici del processo di lavorazione. Un viaggio ideale, che diventa simbolico, ricco di suggestioni poetiche, attraverso giochi di luci e ombre, di calore e musica di sottofondo, con effetti speciali, suoni, evocazioni, spazi teatrali di impatto scenografico, mai eccessivo e astratto. Viaggio che può essere compiuto in ascensore. Si vuole sottolineare il ruolo della vite nella storia dell’uomo, legato alla terra fertile.


Il museo, inaugurato nel settembre del 2010, con 25 sale, in cinque piani, aperto a partire dalle 10,30,  si trova nelle sale del castello del 200 della famiglia Falletti a Barolo. Il castello ormai comunale Falletti si trova nella piazza omonima. I Falletti erano una potente famiglia borghese, non nobile, di banchieri, molto ricca e proprietaria di ben cinquanta feudi. Fu la moglie di un Falletti Julia Colbert a dare il via alla produzione massiccia di Barolo attraverso una ricetta segreta che tuttoggi non viene rivelata, proprio nel castello che ospita il museo. Il vino Barolo divenne il vino ufficiale della corte di Savoia specie ai tempi di Carlo Alberto.

Si comincia dal piano più alto dove si può ammirare la storia della vite e la storia della produzione  con un omaggio alla storia del castello e ai suoi abitanti importanti come il bibliotecario Pellico. Al secondo piano si descrive l’intreccio del vino con le arti come cinema, musica, poesia, letteratura, arte culinaria. Sono indicate le combinazioni tra cibo e vino.  Vengono indicate le tecniche vinicole e la loro evoluzione nei secoli.

Al primo piano è al centro la storia del castello con la sua biblioteca con la storia del barolo. Un percorso didattico. A piano terra si trovano collezioni di etichette, di bicchieri e si possono comprare bottiglie di pregio, semplici, libri e guide. Nel museo ci sono anche autoguide in lingua. Nel primo piano interrato si possono fare delle degustazioni perché si vuole educare alla degustazione di produzioni anche locali. E’ un modo per far socializzare fra loro i visitatori.

Nel secondo piano interrato troviamo le cantine con la prestigiosa e ricca enoteca dei proprietari del castello.

Nel museo si accettano gruppi di persone, scolaresche. L’ingresso è gratuito per i bimbi fino a cinque anni e i disabili.

 

Ester Eroli

 

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