Nonni si diventa

Nonni si diventaCi avete mai pensato? Nonni non si nasce, nonni si diventa. Ed è una bella arrampicata, davvero. Roba per alpinisti e rocciatori con alpenstock e cime e piccozza. Altroché passeggiate in pianura tra lo svolazzar di vanesse e cavolaie. Sulla cima della montagna della propria esistenza, nel momento stesso in cui si pensava di poter appendere davvero il cappello e di potere, una volta buona, riposare in santa pace, dopo anni di duro lavoro passato a cucire insieme ufficio, casa e figlioli, ecco che arrivano come stelle dal cielo, Matteo, Giulia, Leonardo. Insomma: la carica dei nipotini, con i loro panieri carichi di ciucci, pappe, pannolini. Alla gioia di stringere di nuovo tra le braccia una creatura, si mescola lo sgomento di trovarsi, con i capelli d’argento, a interpretare un nuovo ruolo nella già complicata geografia umana. Il bello è che non c’è un regolamento da imparare a memoria, non ci sono corsi di laurea in “nonnologia” e neppure appoggi di psicologi, psichiatri e strizzacervelli di vario tipo e natura. Non c’è neppure, se vogliamo, il confessore…Insomma per diventare un nonno del cuore, bisogna improvvisare, lasciarsi guidare dall’istinto e dall’amore, diventando genitori al quadrato. Un’impresa vera e propria senza quei nove mesi (dono della saggezza naturale) che insegnano alla madre, ma anche al padre, ad abituarsi al nuovo venuto che,giorno dopo giorno, fa crescere la pancia, occupando fisicamente il suo spazio. Rilassatevi, comunque, il compito dei nonni non è quello di educare, di inserire nel mondo i fanciulli (a quello, per Bacco, sono chiamati i genitori!), ma di trasmettere le radici e, casomai, di insegnare il succo della vita.

Parole? Tutto il contrario. E’ nella pratica che si esercita la professione di nonno o di nonna. Con un alleato prezioso, il tempo che, in passato, era sempre stretto come una scarpa di due numeri più piccola e che adesso, al contrario, si dipana come una soffice matassa, consentendo ai nonni, perché no, di starsene zitti zitti in attesa che sia il nipotino a rompere il ghiaccio e gli indugi e, magari, a sputare l’osso.. a raccontare il suo disagio, a confidarsi con voi. Che soddisfazione! Ed è proprio il tempo, il tanto tempo a disposizione, che vi farà cantare all’unisono con il vostro nipotino. Tempo per cicalare di tutto o di niente. Tempo per impastare il pane, chiacchierando, tempo per raccontargli il vostro vissuto. Anche doloroso, perché il bambino è avido di sapere da dove è venuto, è goloso del passato, vuole conoscere tutto ed è curioso e attento come un gatto. L’abbondanza di tempo, già basta quella, vi farà trovare amici naturali, perché i bambini di oggi hanno ore e minuti contati, sono indaffarati come top manager, tra scuola e attività pomeridiane, ma non vedono l’ora di fermarsi, di ritrovare lo spazio della fantasia, di riempire di nulla il loto tutto, di apprezzare il rumore del silenzio. Magari proprio con il nonno che racconta barzellette o fa il trucco della monetina dietro l’orecchio. Oppure con la nonna che sa fare, al contrario di mamma che compera il cartoccio già pronto al supermercato, la torta al cioccolata.

 

Benedetta De Vito

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.