Odiare

Nella nostra cultura moderna molte cose sono cambiate. Il mondo moderno sembra abitato da gente diversa dal passato. Gli uomini moderni, incuranti delle lezioni del passato, rinunciano alla storia, alla geografia, alla religione. Si considerano invincibili, impeccabili nelle loro nuove convinzioni. Molti giovani sono andati oltre ogni logica, ogni previsione. Per i giovani ultramoderni ogni occasione è buona per distinguersi, per fare baccano, per mostrarsi temerari e forse lievemente crudeli.

Ci è capitato molto spesso, anzi sempre più spesso di vedere giovani arroganti che odiano le forse dell’ordine, la polizia in generale, i carabinieri. Non si tratta solo di antipatia ma di un innaturale odio. È una rabbia liquida che ci colpisce  e ci stupisce.

In passato c’era un profondo, meticoloso, rispetto per le divise. I bambini, i ragazzi erano devoti, rispettosi, sapevano che l’ordine era garantito proprio da quelle persone in divisa, forse giovani come loro. Negli ultimi tempi si allentato il rispetto, è diminuito l’orgoglio di appartenere al mondo delle divise. Abbiamo visto ragazze impeccabili, levigate ridere delle forze dell’ordine che in fondo non hanno fanno nulla per  farsi malvolere.

Si tratta di un odio che desta curiosità visto che non è neppure ideologico, dettato da una ideologia politica e non. Eppure si tratta di un odio strisciante, subdolo, fetente, potente che si insedia nel cuore di alcuni giovani  e che non viene smorzato ma alimentato. Le forze dell’ordine sono bersaglio di frasi pungenti, insinuazioni rigide e provocatorie.

In fondo le forze dell’ordine ci difendono, ci proteggono. Spesso quella dei giovani è una moda, come il rifiuto della religione, c’è il rifiuto della legge forse per vivere meglio una vita spensierata senza regole. Per i giovani scapestrati la legge rappresenta un limite, un freno.

Spesso ci capita di vedere giovani che tra loro si scambiano battute sui carabinieri o addirittura al passaggio di una pantera si fanno dei cenni come a dire che meritano di essere soppressi ed eliminati.

L’educazione al rispetto dovrebbe partire dalla scuola e dalle famiglie.

 

Ester Eroli

 

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