Palazzo Braschi (RM)

A Roma tra piazza Navona e corso Vittorio Emanuele troviamo palazzo Braschi, un edificio progettato dall’architetto imolese Cosimo Morelli per papa Pio VI che lo commissionò per donarlo al nipote Luigi Braschi Onesti. L’edificio è un chiaro esempio di nepotismo papale giunto ormai agli sgoccioli e rappresenta uno degli esempi più prestigiosi dell’architettura civile tra sette e ottocento. Il nipote del papa abitò nel lussuoso palazzo, ricco di arredi e affreschi, insieme con la moglie Costanza Falconieri fino al 1816. Nel breve regno napoleonico egli fu anche sindaco della città. Il palazzo fu arricchito di meraviglie architettoniche grazie agli esborsi di denaro del papa al nipote.

Fu costruito nel 1792 sulla base di un antico palazzo del 400, palazzo Orsini che venne demolito. I lavori terminarono nel 1802, dopo la pausa della occupazione francese. Lo scalone monumentale che conduce ai piani nobili è decorato con stucchi e simboli araldici con storie dell’epica omerica secondo lo stile neoclassico. La cappella del primo piano venne realizzata dal Valadier. Nell’ingresso si trova la carrozza fatta realizzare da Sigismondo Chigi per le sue seconde nozze con Maria Giovanna Medici d’Ottaviano nel 1776 e che fu donata al palazzo. Ai piedi dello scalone poi si trova la statua di Giove tonante, una copia romana del secondo secolo  di un originale greco. Giunse qui solo dopo diverse collocazioni in altri luoghi di Roma.

Nel 1816 il nipote del papa abbandonò il palazzo anche per i debiti e lo lasciò incompiuto. Nel 1871 gli eredi pensarono bene di venderlo allo stato che ne fece la sede del ministero degli interni. In seguito divenne la sede nel ventennio fascista di alcune istituzioni del fascio. Durante la guerra fu più volte occupato e nel dopoguerra ospitò famiglie di sfollati che rovinarono gli arredi. Nel 1952 è divenuto museo di Roma, capace di ospitare mostre ed è passato alla amministrazione capitolina che lo ha sottoposto ad alcuni interessanti restauri che sono ancora in corso d’opera. Si intende procedere infatti alla apertura di altri piani oltre ai due già visitabili. Con il restauro completo si potranno arredare le sale con le opere che sono conservate gelosamente nel deposito del museo. In Italia sono numerose le opere che giacciono in fondo ai magazzini e che non sono fruibili dal pubblico.

Il palazzo ha aperto ufficialmente i battenti nel 2002 dopo un intenso lavoro di recupero.

 

Ester Eroli

 

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