Poteri

Molti sono rosi dalla ambizione e aspirano solo a guadagnare posizioni di rilievo, di potere. Se non raggiungono le vette del potere, l’apice del successo sentono un lacerante dolore più forte di quello sentito per la morte di un parente stretto. Si ripromettono solo di scardinare tutti ed arrivare all’apice. Molti nascondono le proprie ambizioni come fosse un segreto, altri le esternano. Fanno continui tentativi per forzare la mano al destino, cercano di manipolare, corrompere, di pilotare gli eventi, di annientare i rivali. Ogni volta ci riprovano. Si aggrappano a fatti, persone, decidono persino di mentire pur di raggiungere lo scopo. Si mira la potere non per una missione caritatevole, per condividere un cammino, per sostenere i poveri e gli oppressi, per nobili ideali, per fermare l’odio e la perfidia, si mira al potere per un tornaconto personale, per avere più prestigio, più soldi, più autorevolezza sociale. I soldi servono  per i completi firmati, per mantenere le ville e la servitù.

Di proposito si fanno opere di beneficienza per ostentare la propria bontà, per fare rumore, per farsi notare.

Le persone di potere con il tempo diventano intoccabili, inavvicinabili, non si possono raggiungere. Sono puntini lontani anni luce. Chi li cerca, parenti compresi, devono fare i conti con l’autista, la segreteria telefonica, la segretaria, il maggiordomo, il portaborse. Non c’è possibilità di avere un colloquio con loro. Con loro non si può più condividere una vita normale. Un parente che diventa un uomo di potere non può più essere il nostro confidente, il nostro amico. Non possiamo confidarci, non possiamo incontrarlo liberamente. Dobbiamo fare i conti con impegni e riunioni. Lui stesso ormai esaltato dal suo ruolo ci squadra dall’alto in basso volutamente distante e a tratti sprezzante. Noi lo disturbiamo, interrompiamo la sua ascesa nel trono del successo. Siamo un ostacolo con le nostre richieste di affetto e saluti. Anche la persona più equilibrata una volta al potere si lascia prendere la mano. Noi guardiamo sorpresi, ingoiamo il rospo. Siamo trattati con fredda indifferenza, ripresi per le nostre parole, allontanati per la nostra invadenza. Siamo messi alla porta, distanziati. Il nostro rapporto distrutto. il potere con le sue spire assorbe il nostro parente che ci diventa estraneo. Non riceviamo più auguri per le feste, lui preferisce farli a chi è potente come lui per un eventuale scambio di favori. Noi non serviamo e quindi non esistiamo. Una sconfinata tristezza ci prende il cuore, non possiamo più contare sul nostro parente, lui appartiene alla collettività non al nostro nucleo familiare che lui finisce per detestare, per considerare addirittura inadeguato. Ci sono uomini di potere e donne che considerano i parenti impresentabili e lo dicono apertamente. Il potere strappa gli affetti più cari, riduce a brandelli l’anima. L’uomo di potere ha una unica compagna di viaggio perennemente al suo fianco: la signora solitudine che l’avvolge con il suo manto.

Quando si risveglierà dopo essere vissuto nel ghiaccio per l’uomo di potere sarà sempre troppo tardi.

 

Ester Eroli

 

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