Premiati

Con la fine dell’anno di solito si fanno dei bilanci personali, di lavoro, di vita. In molte aziende si fanno delle promozioni in vista della gestione del nuovo anno. Si cercano le risorse più adatte per gestire magari un nuovo reparto, un nuovo ente. La posta in gioco sono le persone che sovente invece vengono trattate come pacchi postali. Si spostano come le pedine di una dama. Nella area delle promozioni il gioco si fa duro. Di solito sono gli onesti che cadono nelle reti come pesci, come pere mature, insicure e fragili nella caduta.

I premiati sono quelli più sponsorizzati, più in vista, quelli più raccomandati. Sono quelli che hanno più chance, più punti. A parità di preparazione, di titoli, di educazione si sceglie la persona segnalata da un amico, da un parente. i dirigenti si convincono che quelle sono le risorse su cui puntare e non vedono oltre il proprio naso. Si lasciano sfuggire dei cervelloni che alla fine stanchi cambiano azienda e addirittura vanno all’estero stanchi di soprusi, stufi di intrighi . Si razziano risorse solo fra i conoscenti, gli altri restano al palo, delusi. I prescelti sono giunti sul podio grazie a inganni e stratagemmi, in certi casi persino spudoratamente alla luce del sole. Nel balletto delle nomine delle carriere chi ci rimette sono gli onesti, quelli ingenui e saggi che non sanno mentire. I dirigenti cambiano, ruotano ma le scelte cadono sempre su certi soggetti. E’ una vecchia canzone monotona che si ripete stancamente. Gli onesti non sono calcolati e sono tentati di comportarsi da farabutti solo che non sono capaci. Il dramma sta tutto li.

Spesso sopra il danno, con perdita di soldi di credibilità visto che non si fa carriera, si aggiunge la beffa. I nuovi premiati ondeggiano per i corridoi, si danno le arie, fanno i sostenuti, volgono intorno sguardi raggelanti, fanno i tiranni oppressivi con gli altri che giudicano mediocri anche senza conoscerli. La differenza è solo che ci sono quelli che hanno santi in paradiso e quelli che non ne hanno. Chi non ha santi è costretto a Natale a stare a casa, chi ha i suoi santi va in vacanza alle Maldive  e lo decanta in giro con aria spavalda  e irritante. Il natale non abbatte i muri eretti quelli restano fino alla fine dei tempi. Gli onesti vengono guardati pure dall’alto in basso, i loro abiti non firmati fanno orrore. Se loro guadagnassero di più forse farebbero qualche acquisto di abbigliamento degno di nota. A scegliere abiti di lusso ognuno è capace, ma è una questione squallida di portafoglio. Questo spiega come mai ci sono laureati che non fanno più studiare i propri figli. A un certo punto non conta lo studio, la preparazione. I premiati sono spesso esseri insignificanti che ottengono più di quello che meritano e non sono neppure riconoscenti con il destino, fanno i superiori senza avere doti e  capacità, salvo qualche rara eccezione. Sono eccezioni che confermano la regola.

 

Ester Eroli

 

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