Problemi politici

Problemi politiciIn passato l’adesione dei giovani alla politica aveva un grande successo. I giovani scendevano nell’arena politica convinti di cambiare il mondo. Le ragazze stesse si immischiavano con coraggio. I giovani si impegnavano con determinazione, con fatica, mostrando autodisciplina. Erano convinti di sollevare i problemi e di riuscire a risolverli. I temperamenti più bellicosi trovavano sfogo nel campo politico. La discesa in campo politico era considerata positiva, la sua attuazione possibile e concreta. I giovani non avevano paura a manifestare le loro idee apertamente. La politica non era considerata una sporca faccenda ma un modo come un altro per impegnarsi nel sociale, per non ignorare i problemi, per far tornare la luce là dove c’era il buio. All’inizio i problemi venivano risolti o per lo meno si tentava. I giovani lottavano fieri, mostravano acume e senso pratico. Alcune cose erano risolte all’ultimo minuto ma mai frettolosamente. Nel nostro tempo appare evidente il disinteresse dei giovani alla politica, eccetto gruppi sparuti per il resto prevale il silenzio. Molti giovani non solo sono lontani ma sono irritati dal comportamento dei politici. I discorsi politici non impressionano più, non infiammano le masse. Si ascoltano passivi o non si ascoltano per niente. I giovani vanno a votare con riluttanza, alcuni si sentono sperduti e non sanno per chi votare. In occasione delle elezioni votano a caso, seguendo l’impulso del momento. Gli argomenti politici vengono liquidati subito senza tante cerimonie. I giovani sfiduciati hanno capito che la politica è un’illusione. I loro sforzi creativi non vengono premiati dai salotti della politica. I giovani hanno constatato e toccato con mano che la politica dice un sacco di sciocchezze, commette un mucchio di errori. Agli occhi dei giovani la politica non ha nessuna importanza, non fa niente per alleviare le sofferenze del popolo e del ceto medio. Il quadro politico stesso con le sue continue zuffe è deprimente. I politici invece che rimanere chiusi nel loro regno dovrebbero cominciare a frequentare in un rapporto alla pari i giovani, comprendere le loro reazioni, i loro interessi, i loro turbamenti, coinvolgerli in manifestazione impegnative, ingaggiarli per progetti di largo respiro, suggerire loro strade da praticare, linee di indagine, chiarire i loro dubbi, spingerli alla preparazione politica . Il quadro politico invece appare intricato e i politici si interessano solo quando entra qualcosa nelle loro tasche. Intanto i giovani, anche istruiti, fanno parecchi lavori e nessuno in pianta stabile. Vivono come morti, senza aspirazioni. Il futuro appare ambiguo. Sui loro volti non c’è traccia di serenità. Nessuno vuole vedere quello che i giovani sono capaci di fare in ambito politico. I giovani che si impegnano lo fanno per interesse personale, per il successo e la carriera. I politici dal canto loro ripetono per anni la stessa canzone che tutti hanno già sentito. La goccia che fa traboccare il vaso è proprio quella promessa di lavoro per tutti che rimane solo sulla carta. E’ chiaro che i giovani ormai stanchi manifestano segni di depressione. La colpa dei politici è quella di aver pensato solo alla propria situazione personale, certe volte nemmeno a quella del partito. Per anni sono andati avanti come automi dimentichi di tutto il resto. La politica non è più attraente e i giovani spesso passano da uno schieramento all’altro disorientati. Molti hanno capito che invece che è meglio scrivere, denunciare che seguire un impegno politico.

 

Ester Eroli

 

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