Provocazioni

I genitori, i parenti ci hanno dato un certo tipo   di educazione forse di tipo tradizionale. Ci hanno insegnato a riconoscere i meriti degli altri, ad essere gentili, ad ascoltare gli altri, a non esercitare pressioni, a non essere villani in pubblico, a essere sobri nel vestire. Ci hanno insegnato a non essere volgari, invadenti, meschini. Ci hanno educato a metterci al riparo dai litigi, dai contrasti. Hanno per certi versi bloccato le nostre reazioni, la nostra natura. Rallentato i nostri riflessi, offuscato le nostre capacità di giudizio, diminuito le nostre percezioni.


Siamo cresciuti protetti nel nostro guscio confortevole. Abbiamo imparato a dosare le ambizioni, a non essere invidiosi , a non rispondere male alle persone che ci provocavano malignamente. Abbiamo imparato a stare ziti, in silenzio, ad arrossire per un complimento audace.

Alcune volte però siamo stati attaccati   duramente  e siamo rimasti costernati senza poter dire una parola, impietriti La nostra vita pura intaccata, annientata. Abbiamo assistito a scene che ci hanno umiliato. Non abbiamo ribattuto, abbiamo abbassato gli occhi in segno di umiltà. Ci siamo tenuti distanti. Spesso ci hanno trattato come carta straccia. Ci siamo ritirati rapidamente. In certi casi abbiamo pagato un prezzo alto. Siamo stati dannatamente esclusi.

Ci hanno insegnato a resistere alle provocazioni. E noi ci siamo chiusi come un fiore appassito.

Non sempre il silenzio è una garanzia di libertà. In alcune circostanze è necessario rispondere con educazione, ma parlare, ribattere. Certe persone se ci vedono agguerriti alla fine gettano la spunga perché nonostante le apparenze sono dei deboli.

 

Ester Eroli

 

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