Punto di partenza

Punto di partenzaSpesso nel lavoro avvengono dei cambiamenti, delle piccole rivoluzioni che trascinano i dipendenti verso nuove fasi. Alcuni mutamenti avvengono silenziosamente, altri in modo inaspettato, altri sono positivi, altri amari, altri assurdi e irrazionali. Bruscamente ci si ritrova a lavorare in un’altra realtà, con altri colleghi. Certamente i dipendenti cercano di adattarsi, di affrontare la cosa a testa alta, responsabilmente, senza lamentarsi, senza badare al tono freddo e formale dei superiori, all’atteggiamento instabile dei colleghi, allo sguardo sarcastico di alcune donne. Con il tempo questi spostamenti si rivelano fuori controllo, inutili, ingiusti. Infatti nei supermercati, nelle agenzie turistiche, nelle officine, negli uffici, nei dipartimenti pubblici si sposta di frequente il personale da una sede all’altra, da una scrivania all’altra ma senza criterio. Spesso chi ha lavorato alla sede centrale dopo mille cambiamenti e peripezie di vario tipo si ritrova a lavorare alla sede principale dove stava in origine appena entrato. I cambiamenti sono serviti solo a perdere tempo e denaro. Cambiano i dirigenti e quindi ogni volta cambia la prospettiva, la visione delle cose. Ogni dirigente vuole dare un’impronta personale alla gestione inseguendo una sua visione Si intuisce spesso l’errore di sistema. Questi mutamenti sono frustanti e destabilizzanti solo per i commessi, dipendenti, agenti. Ogni volta costretti ai traslochi, a lavorare con gente nuova, in un altro quartiere, in un’altra zona. I dirigenti tra loro si coalizzano e fanno poi a scarica barile nel caso di problemi. I dipendenti devono solo ubbidire nell’immediato senza fiatare. Si ribellano solo quelli che hanno presenza di spirito e coraggio. Molti cambiamenti perversi producono instabilità emotiva, rabbia, persino insonnia e dolore. Infatti spesso si compie la bassezza di mettere vicino persone incompatibili, che tanto sono solo pedine da spostare. Molti dipendenti si demoralizzano, perdono le staffe, lavorano male. Molti colleghi cattivi si rallegrano che un collega è finito male nella nuova disposizione. Il dramma nasce quando chi si ritrova alla sede centrale dopo molti giri si ritrova con lo stesso stipendio e lo stesso livello senza alcun sostanziale mutamento della sua condizione. Nel supermarket il danno è maggiore, viene compromesso il rapporto con la clientela, la disposizione degli scaffali, dei prezzi. Molti si ritrovano a lavorare in una zona fuori mano e devono vendere la propria casa con riluttanza. Molti sono fortunati e si ritrovano per puro caso a lavorare vicino casa, vicino al collega amico . I superiori affrontano tutto senza imbarazzo, guardano i dipendenti fare le valigie con placido sguardo, decidono senza interpellare . Spesso si muta facendo credere che ci sia un abbellimento, un incremento della produzione. Di solito subentra la rassegnazione, la nausea. Chi ha speso tutto per formarsi magari si ritrova non considerato da nessuno. Si decide sempre e comunque sulla pelle della gente. Nelle fabbriche si spostano macchinari, interi cicli produttivi. I mutamenti, quasi tutti fatti alla stessa maniera in ogni settore, con un minimo di preavviso, sovente sono favorevoli alcune volte però quando sono continui uccidono la stessa creatività, distruggono la stessa voglia di fare. Invece sarebbe opportuno seriamente formare dei dipartimenti fissi con solo piccoli spostamenti all’interno. Il dipendente educatamente accetta non senza provare disgusto per questo sistema barbaro quasi tutto italiano e sentirsi oppresso gravemente. Il dipendente viene prelevato come un uccello fra gli artigli di un’aquila, con insolenza, senza simpatia. Il dipendente si sente estromesso, trattato come un birillo. Bisogna capire che tutti nel lavoro hanno diritto almeno una volta ad essere felici e fortunati senza problemi.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.