Questione di privacy

Questione di privacyIn passato la scuola viveva una situazione diversa, era molto più rigida, presidi e insegnanti non disdegnavano l’uso della bacchetta e i rimproveri aspri , molte cose erano proibite . Gli alunni indisciplinati e discoli venivano puniti anche duramente, anche gli alunni bravi si sentivano soli e infelici, spesso erano terrorizzati e impressionati. La scuola era come una caserma che poteva creare problemi di adattamento, un luogo dove la vita era scialba. Gli alunni che andavano male venivano sottoposti a una gogna collettiva, dovevano subire gli insulti dei colleghi. Ai giorni nostri si è arrivati agli antipodi, talvolta esagerando. In certi istituti non c’è più nemmeno tanto controllo. In molte scuole, seguendo il buon senso, si continua a rendere noti e pubblici i voti finali. Per il principio della trasparenza sia nelle scuole che negli uffici vengono resi noti livelli, votazioni, posizioni del singolo individuo. E’ naturale che gli altri sappiamo tutto su gli altri colleghi. Tuttavia questo sistema, specie negli ultimi tempi, si sta rivelando un po’ arrugginito, in certi casi persino nocivo. A molti non fa piacere essere additati come poco produttivi, come fannulloni, come persone poco intelligenti. A molti non piace sentire sussurri al proprio passaggio, vedere gente darsi di gomito. Il problema che spesso ottengono promozioni e voti alti le persone più raccomandate e questo genera un’ondata di disgusto. Non si può essere contenti quando si vede una persona poco capace che viene premiata solo perché legata a certe situazioni. La frustrazione nasce nel vedersi relegati a ranghi inferiori senza aver fatto nulla. Molti alunni di fronte alle ingiustizie, o anche davanti agli insulti, perché magari erano veramente poco produttivi, si sono chiusi e addirittura si sono suicidati. Per ragioni di privacy sarebbe meglio non divulgare stipendi, livelli, gradi, posizioni, pagelle. La dura realtà, le ingiustizie sociali, potrebbero portare molti a rimpiangere il passato. Le persone estromesse dalle carriere a lungo andare si sentono dei falliti, costretti a reprimere le proprie ambizioni a vantaggio di persone meschine ma amiche degli amici. Molti dipendenti si sentono inferiori agli altri, sfortunati, costretti a nascondersi perché non hanno un livello adeguato agli altri. Il luogo di lavoro diventa una prigione, non un luogo familiare, i colleghi dei nemici capaci, con le parole di critica, di tormentare. Chi ha dei livelli si sente migliore e in dovere di deridere gli altri senza pietà . In certi casi conviene per forza non sapere. Gli alunni che prendono voti bassi vengono derisi e presi di mira, come quelli che sono bravi. Ci sono stati dei ragazzi super dotati che si sono suicidati per non essere più presi in giro. I ragazzi più permalosi finiscono per avere un esaurimento nervoso. I voti imposti non piacciono a nessuno, perché spesso seguono strani criteri, non ultimo quello soggettivo. Ci sono stati insegnanti che per dispetto hanno messo certi voti, solo come ritorsione. In certi casi vale il proverbio occhio non vede, cuore non duole. Per quieto vivere meglio seguire la legge della privacy, così nessuno sa niente.

 

Ester Eroli

 

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