Racconto a più mani

L’uomo, dopo la scoperta del linguaggio, ha sempre sentito il bisogno di raccontare, di narrare una storia. La prima storia è senz’altro, questo appare chiaro, quella della propria vita, vista dal proprio punto di vista, dalla propria angolazione. Nel passato infatti sono frequenti i diari, i romanzi epistolari. L’esigenza di raccontare è insita nel DNA umano. I primi racconti risalgono all’età ellenistica, ma non ci troviamo ancora di fronte al genere letterario romanzo. Troviamo la propensione al racconto in molti popoli antichi, come gli Egizi, i giapponesi. Con il tempo le varie civiltà costituitesi sentono impellente il bisogno di narrare le origini e le gesta del passato del proprio popolo. Nascono i poemi epici che mescolano verità e finzione, e raccontano storie di re e eroi. Pensiamo ai cicli cavallereschi, al ciclo bretone e carolingio. I personaggi sono spesso storici ma i fatti narrati non sono sempre fedeli alla realtà. La fantasia aiuta a esaltare le gesta di tutto un popolo. In Francia si sviluppano questi racconti e proprio in questa terra che nasce il termine romanzo, dal francese appunto roman o romans. La tradizione cavalleresca e cortese realizza quel capolavoro chiamato Don Chisciotte. Il romanzo comincia a prendere corpo ed è caratterizzato dall’uso della prosa e dall’invenzione fantastica. L’atto di nascita del romanzo borghese moderno è segnato dalla pubblicazione in Inghilterra del romanzo Robinson Crusoe di Daniel Defoe nel 1719. Il romanzo del 700 comincia a narrare storie attinenti alla realtà e quindi possibili. Successivamente il romanzo si evolve notevolmente fino ad avere per protagonisti persino degli antieroi. Nasce il romanzo storico, quello psicologico ecc. Aldilà della storia del romanzo resta il fatto che l’uomo ha sempre sentito il bisogno di raccontare. In Afghanistan i bambini, dato che non hanno molti giocattoli, di solito passano il tempo raccontando una storia. La storia di solito viene iniziata da un bambino e proseguita da altri. Si imbastisce una storia con l’apporto di più persone. Molte riviste letterarie realizzano simili esperimenti e fanno anche quelli che vengono chiamati racconti a quattro mani, ossia con l’intervento incrociato di più mani, di più stili. Alcuni scrittori vengono chiamati a proseguire o ultimare il racconto iniziato da un altro. Sicuramente rappresenta un modo per esercitarsi e per esercitare la fantasia, un allenamento salutare. Per imparare a raccontare i propri sentimenti lo strumento più idoneo è il diario, che ci può essere di supporto nel ricordare date e ricorrenze importanti della nostra vita. Nella nostra società abbiamo perduto il gusto di raccontare agli altri, dato che tutti vanno di fretta, ma non perdiamo il gusto di raccontare magari affidandoci alla pagina scritta. L’esercizio può essere salutare.

 

Ester Eroli

 

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