Riflessioni di etica amministrativa

Riflessioni  di etica amministrativaUn delegato che gestisce in maniera diretta o anche indiretta il denaro pubblico, definibile come patrimonio del popolo, deve essere sempre e comunque all’altezza del mandato. Il che non significa soltanto provvedere ad una corretta amministrazione, ma anche e soprattutto, apportare miglioramenti, sia di carattere tecnico sia, ancor più, di carattere economico. Deve, ossia, portare risultati concreti e quantificabili. Qualora ciò non si verificasse, deve essere rimosso dalla funzione delegatagli e lasciare spazio a chi in grado di ottenere risultati. Una speciale Commissione che si riunisca periodicamente, deve essere in grado di esprimere valutazioni in tempi brevi.

Tale provvedimento, se pur drastico, dovrebbe essere applicato immediatamente ai Comuni. Il motivo?…Perchè i Comuni sono, chi più chi meno, tutti in deficit! Mentre dovrebbero essere, sempre, almeno in pareggio. E’ pertanto evidente che  l’attuale sistema di controllo non sia efficace. Il Governo  però,  possiede tutti gli strumenti necessari per  applicare drastici provvedimenti:  punitivi nei confronti di quei Comuni che risultino inadempienti a fronte del progetto di bilancio presentato, e gratificanti  in solido, ( ad esempio con opere pubbliche aggiuntive, o con detassazioni) con tutti i Comuni che presentino bilanci in attivo.

I bilanci devono essere rispettati!Riflessioni  di etica amministrativa 2

Occorrono regole semplici, certezze di legalità e di sanzioni in modo che l’amministratore pubblico, il sindaco in questo caso, possa credere in dette regole ed applicarle senza remore, magari proponendone nuove, o migliorando le esistenti, producendo però, risultati tangibili.

Anche un Ministro alla guida di un qualsiasi dicastero che non dovesse raggiungere i risultati prefissati di bilancio ed efficienza, deve dimettersi e se non lo fa, è il suo stesso partito politico di appartenenza che lo deve rimuovere con biasimo, nell’interesse dello Stato!

Oggi da parte dei sindaci c’è troppa improvvisazione, scarsa professionalità e soprattutto insufficiente consapevolezza della carica pubblica che si è chiamati a svolgere. E’ sotto gli occhi di tutti di come i problemi del popolo siano subordinati agli interessi dei vari partiti, i quali nominano i loro capilista solo in funzione elettorale.

E’ ora di cambiare l’attuale sistema politico, diventato arrogante dottrina, che ha creato di fatto, un sistema oligarchico eternamente soggiogato dai partiti. Sì, sono i partiti ad avere in mano le redini della Nazione, sono loro che decidono chi si deve e non deve presentare nelle liste elettorali, a prescindere dal valore e dalla competenza della persona…conta di più chi porta voti e non chi è più professionale!

Certo, in democrazia, i partiti devono esistere, ma in ognuno di essi, a prescindere del credo politico che manifestino, devono essere regolamentati al loro interno da un sistema che garantisca l’alternanza delle cariche , dove ogni cittadino abbia l’opportunità di proporsi, confrontarsi, cimentarsi  e perché no, scontrarsi, nel reciproco rispetto delle altrui idee.

Insomma le regole concepite e stabilite dal Parlamento devono essere rispettate, e non è retorico affermare che: laddove non ci sono regole democratiche, c’è l’anarchia e laddove le regole esistano ma non sono rispettate c’è un surrogato di democrazia…cialtrona!

 

Adriano Zara

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.