Ritorsioni

I giovani amano passare il tempo navigando su internet in cerca di emozioni, amici, sensazioni, incontri. Sono convinti che sul web si trova la chiave di tutto e quindi trascurano volutamente il dialogo con gli altri, in famiglia, con i vicini. Hanno sempre il viso incollato al display per non perdere minuti preziosi. I giovani guardano con aria di sufficienza chi non usa il web, sembrano sapere già tutto. Considerano la rete un contenitore perfetto, utile, veloce, sapiente. Hanno spesso invece a che fare con una realtà ottusa, priva di emozioni, fredda, triste che ogni tanto procura anche dispiaceri. I giovani sul web usano espressioni deteriorate, parole colorite, gergali. I rapporti sono falsati, le parole audaci, l’immaginazione scomposta.

Negli ultimi tempi si assiste a un altro fenomeno che si nota. Molti giovani interrotti nella loro navigazione sono capaci nei confronti degli altri, dei familiari, dei parenti, degli amici di ritorsioni più o meno generalizzate. In alcuni casi diventano minacciosi, feroci, assumono un atteggiamento strano. I giovani sono capaci di scatti improvvisi in certi contesti, nessuno li deve disturbare anche  se c’è il terremoto e la casa va lasciata nell’immediato.

Si assiste a strane scene dove anche i più piccoli se disturbati durante la navigazione si ribellano. Comportamenti raccapriccianti a dimostrazione che l’irrealtà ha preso il posto della realtà giudicata deludente. Lo sguardo dei giovani è concentrato solo sul tablet ormai, intorno non esiste nulla. Gli altri non vengono neppure visti, localizzati.

Tornando a ritroso nel tempo scorgiamo l’immagine di giovani che davanti alle scuole comunicavano con i megafoni, modo più immediato e meno asociale.

 

Ester Eroli

 

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