Rivalità familiari

rivalità familiariSpesso si sente la necessità di allontanarsi dal nucleo familiare, di evitare contatti con la parentela stretta. Si sente il bisogno di fuggire lontano dalle chiacchiere e dai pettegolezzi. I parenti spesso invadono la nostra privacy, ci costringono a fare scelte che non sentiamo. Ci sono famiglie tranquille dove non accade mai nulla di sensazionale, e famiglie invece dove è forte lo scontro generazionale e la rivalità. Se dei fratelli hanno figli della stessa età creano i presupposti di una rivalità che all’inizio è debole e poi diventa sempre più massiccia. I cugini, figli di fratelli, sono rivali fra di loro, antagonisti in vari campi. Si ingaggia una gara silenziosa e subdola che a lungo andare porta all’esasperazione. Si gareggia all’inizio per i vestitini del neonato, per i giocattoli, per il pediatra scelto, per le gite al mare. Nell’età scolare si gareggia per i voti presi a scuola, per le borse di studio, per le gite con la classe, per i corsi di lingue. All’università si gareggia per i viaggi di studio, per i voti agli esami. Chi non si laurea fra i cugini prova invidia per l’altro e cerca di demolirlo con la maldicenza, accusandolo di mediocrità e poca scaltrezza. Si lotta per i viaggi, per le fidanzate, per le vacanze al mare. Se un cugino è andato in Egitto l’anno dopo puntualmente ci va anche l’altro. Si copiano scarpe, marche di pantaloni, moto, auto, telefonini, pc. Persino gli amici in comune vengono spartiti, divisi. Queste rivalità sono silenziose, avvengono nel silenzio generale ma generano angoscia, ansia, rabbia, frustrazione. C’è chi magari viene preso in giro dai cugini coetanei perché non è mai stato in America, non ha mai visto Londra o altri luoghi. La rivalità riguarda poi la conoscenza delle lingue. Ognuno si vanta di conoscere molte lingue e critica il cugino/a che non ha magari mai fatto un corso di lingua estera. I genitori sono parte attiva di questo fenomeno, alimentano le gare, le sostengono, le propongono. Gare che diventano sfide a viso aperto, che si trasformano in comportamenti deleteri verso il parente prossimo. Ci sono ragazzi che sono scappati di casa, che hanno falsificato i curriculum, le pagelle di scuola per non dover subire il paragone con cugini più intelligenti. Gli adolescenti sono presi da ansia da prestazione, se non riescono in qualcosa sanno che li attende non la comprensione ma la gogna dei parenti. I conoscenti comuni poi si schierano a difesa ora dell’una ora dell’altra fazione in un andirivieni di colpi di scena. I giovani vivono tutto questo come un logoramento psicologico. Accade così sempre più spesso che cugini coetanei finiscono per non parlarsi più. Invece potevano fare mille esperienze insieme, mille progetti costruttivi . Bisogna comprendere che non siamo tutti uguali e quello che calza a pennello per una persona può essere negativo per un’altra. In fondo la vita è solo un passaggio e non serve sprecare il tempo in inutili guerre insensate, fratricide solo per apparire migliori dei parenti più prossimi.

 

Ester Eroli

 

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