La perdita della sacralità nella società attuale

Nel nostro tempo non ci stupiamo più di niente, non ci arrabbiamo più. Tutto procede come sempre, con una apparenza di normalità, senza imbarazzo, con calma, come se tutto fosse lecito, consentito, accettato. Non ci spaventa l’uomo che uccide la ex moglie, l’idiota che piomba con l’auto sulla folla inerme, il padre alcolista che uccide il figlio. Certi fatti non ci indignano più di tanto come i parenti che non ci cercano per le feste, il senzatetto che viene lasciato morire per strada. Siamo diventati allergici a certe storie, a un certo tipo di umanità sofferente e dolorante. Meglio sorbire al bar seduti un bel drink a base alcolica e parlare a vanvera con gli amici. La nostra vita è inquadrata dentro certi schemi e non può essere alterata. Non si possono fare commenti, intervenire è superfluo controproducente. Con sollievo vediamo la nostra carriera procedere, i nostri figli e nipoti crescere. Il resto non conta. Passiamo anche le feste da soli tanto possiamo stordirci con alcol, lussi, musica, cibo, anzi gli altri ci danno fastidio. Solo quando non si possono passare le feste insieme per ragioni pandemiche allora si borbotta, ci si convince che i parenti sono indispensabili, che meritiamo più attenzione dalle istituzioni che hanno stabilito le regole, le accusiamo di insensibilità. Non siamo onesti con noi stessi, non facciamo uno sforzo di volontà per capire.

Il problema principale nel nostro tempo è la dissacrazione. Abbiamo tolto sacralità a feste, istituzioni, riti, cerimonie, idee, valori. Il natale non è più una festa religiosa a tutti gli effetti ma un evento mondano in cui contano solo shopping e regali. Il matrimonio non è più un patto, una istituzione, un  impegno, un giuramento, ma una cerimonia mondana al pari di una festa accattivante con le sue luci  e i suoi colori.  In questa orgia di piacere e desideri conta la certezza del viaggio di nozze, delle  ferie natalizie, della carriera dei figli, degli interessi privati.

Nelle vie addobbate a festa la folla dello shopping passa ridente davanti ai mendicanti fermi agli angoli delle strade, con indifferenza fredda. In fondo tutto resta esattamente uguale: i regali sotto l’albero, la laurea in tasca, il viaggio in Giappone, gli amici che raccontano di settimane bianche. Un mondo convincente, ricco, aperto che ha perso la sua aurea di sacralità e che forse non la ritroverà più.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.