Salone del libro 2013, un bilancio

Salone del libro 2013, un bilancioDal 16 al 20 maggio Torino si è trasformata nella capitale italiana del libro e della lettura, grazie alla ventiseiesima edizione del Salone del libro, appuntamento ormai irrinunciabile e conosciuto a livello internazionale, tant’è che il prossimo anno ci sarà la visita ufficiale della Buchmesse di Francoforte.

Sono stati cinque giorni intensi, accompagnati fuori da un tempo inclemente e poco da primavera inoltrata, non era mai successo di vedere visitatori con piumotto e maglione, ma in fondo c’è sempre una prima volta.

Tanti i momenti interessanti e affollati: curiosa, vasta e nostalgica la platea di cinquantenni venuta ad applaudire Henry Winkler, l’indimenticabile Fonzie di Happy Days, partecipe e un po’ impaziente la coda per sentire Concita di Gregorio parlare dell’Italia di oggi, tanto l’appoggio a autori e autrici come Lidia Ravera, Maria Pia Veladiano, Valerio Massimo Manfredi, Licia Troisi, Emma Romero.

Interessante l’aver raggruppato un po’ di più le case editrici indipendenti, peccato che nel padiglione 1 non molti vadano, è mancato un po’ l’angolo musica ma forse si vuole far ritornare il tutto all’idea originale del Salone del libro e non di altro. Solite code interminabili ai bagni (ma è davvero impossibile aggiungerne qualcuno in più?), più punti per mangiare con anche cose un po’ più sane (ma che sarebbero state adatte ad un clima diverso, vedi i centrifugati di verdura e i frullati, buonissimi ma che facevano freddo solo a vederli…) e soliti slalom fastidiosi con gli aggressivi promoter di Mondolibri e Scientology, sempre pronti a fregare e non si capisce come non si riesca a metterli alla porta una volta per tutte, come si è fatto con altra fauna per fortuna non più presente da alcuni anni all’interno del Lingotto.

Ha fatto piacere comunque vedere tanta gente mettersi in coda per un evento culturale e per gli eventi, così come fa piacere vedere che il libro cartaceo non solo tiene ma raddoppia, alla faccia dei vari profeti dell’ebook, che per ora si dimostra un oggetto per fissati della tecnologia, e meno male. Piacevoli anche i visitatori con trolley da riempire di libri, sperando che non facciano come chi si definisce cristiano andando a Messa solo a Natale, e si ricordino che i libri si comprano tutto l’anno.

All’interno del Salone, tante le chicche di stand, da quello della valdostana Keltia, che propone sempre libri d’occasione fantasy e di fantascienza, a quello del fumetto d’autore della BAO Publishing, molto più che nuvole disegnate, dallo spazio della Regione Piemonte con le proposte inedite dell’Ottocento della Jo March alla Marotta & Cafiero, che da Scampia è venuta a raccontare a Torino la sua storia di cultura e coraggio.

Notevole anche la proposta del Salone off, che ha battezzato la nuova Biblioteca Natalia Ginzburg in via Lombroso 16 a San Salvario e la Movimente di Chivasso, un nuovo modo di concepire le biblioteche.

Adesso il sipario è calato, ma per i torinesi le proposte legate ai libri, tra librerie, biblioteche, mercatini in tema (Il Libro ritrovato ogni prima domenica del mese in piazza Carlo Felice), bookcrossing continuano tutto l’anno, per la gioia dei bibliofili!

 

Elena Romanello

 

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