Santità

Nel cammino spirituale  e nella formazione interiore di una persona la santità è considerata un importante punto di arrivo di elevato valore morale. Si tratta di una esperienza interiore particolare che ha bisogno di una forza di volontà. Il santo non è solo colui che obbedisce alla legge morale, e che è in stato di grazia, ma è quello che agisce a viso aperto operando il bene. Il suo atteggiamento diventa un chiaro modello di condotta, un esempio sulla via del bene. Il santo è colui che abbraccia totalmente  e accetta le croci della vita con sacrificio e virtù, con dedizione e costanza. Il santo è una persona attiva, normale ma che agisce facendo poi cose straordinarie. il santo è un uomo normale che poi si comporta da persona di coscienza. A livello pratico il rispetto permea tutte le azioni del santo. Lui rispetta gli altri, la vita, la natura, gli animali, la morte, la nascita. Il santo non commette mai una  profanazione morale, di carattere disumano. Il santo ha gli occhi fissi alla meta, all’orizzonte celeste, ma la sua vita non è lineare ha le sue sbandate, le sue sfumature, le sue leggerezze. Il santo ha le sue tentazioni che lo trattengono anche il suo animo racchiude solo fiducia. il santo ha le sue riflessioni, i suoi dubbi, le sue ansie, le sue paure. Non è un uomo tutto di un pezzo, ha le sue fragilità che sono preziose per comprendere gli altri, l’animo umano. Il santo ha anche lui i suoi rimorsi, i suoi ricordi, le sue remore. I suoi pensieri non sono sempre cristallini. Anche un santo ama la buona tavola, i dolci, le passeggiate, i divertimenti che spesso ha vissuto come un comune mortale.  Sant’Agostino era stato un giovane come tutti gli altri, ero andato in giro libero con gli amici, era scappato dalle responsabilità, si era dato al bere, al pettegolezzo, si era lasciato attirare dalla bellezza acerba delle giovani donne. Era un uomo come un altro, che amava mangiare piatti succulenti, ascoltare musica di moda. Anche san Francesco aveva passato la prima giovinezza in piaceri tipici della sua età. Aveva fatto cene con gli amici, battute di caccia nel bosco. La quotidianità non viene mai eliminata dalla vita di un santo, essa convive in modo più o meno maturo. Sant’Agata, santa Rita sono state anche esse giovani allegre, vispe che amavano danzare, suonare, assaggiare l’uva in un pergolato di un podere non posseduto. la vita di un santo non è in bianco  e nero ma a colori, il santo non rimane indietro rispetto alla sua epoca, vive il suo tempo con tutte le sue contraddizioni. Un santo non rimane indietro, non fa un passo indietro si lascia coinvolgere dalla storia come santa Caterina, come altri santi. Il santo non vive su una nuvola, appartato, chiuso nel suo mondo con le porte chiuse. Questo significa che ognuno di noi può aspirare alla santità.

Il problema principale è che manca la volontà.

 

Ester Eroli

 

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