Sapere

Nelle scuole, nelle strutture universitarie si preparano alla vita, al lavoro le future generazioni, si forniscono nozioni, concetti, utili informazioni di tipo superiore, si fanno viaggi istruttivi, corsi di lingua rapidi. Si arriva a una formazione pluridisciplinare, apparentemente corretta. In verità a ben guardare siamo ancora ancorati alle radici di un sapere troppo tradizionale. Molti corsi universitari non fanno che sciorinare dati in modo monotono senza dar libero sfogo alla creatività. Sono nozioni di base, molto limitate che non aprono al nuovo, alla fantasia. Un sapere che viene offerto come l’unico possibile, come l’unico appetibile. Professori abili cercano di trasmettere nozioni valide e sono fieri del loro operato. Si tratta però in alcuni casi di un sapere che porta il segno vistoso del passato.

I giovani che escono dalle scuole, dai corsi con il loro bagaglio di sogni, con il loro talento, che sono andati via di casa magari in subaffitto,  si ritrovano necessariamente davanti a una realtà diversa e sono demoralizzati. Non sanno da dove cominciare, come fare per entrare in modo massiccio nel mondo del lavoro. Si propongono per vari ruoli ma spesso non concludono nulla. Il mondo del lavoro li respinge, li evita. Con pazienza, sofferenti cercano un lavoro adatto al proprio sapere , spendono energie per trovarsi a fare altro rispetto al titolo di studio. Per tagliare corto, per approdare a uno stipendio, per sentirsi meglio accettano qualsiasi lavoro purchè remunerato. Scoprono che nel mondo del lavoro gli scatti di carriera sono lenti, che bisogna perseverare per imporsi e non sempre si riesce. La situazione del mondo del lavoro è penosa, non incoraggia  a fare di più. I giovani tengono duro ma scoprono di aver perso tempo. Molti intellettuali sono stati costretti a fare lavori manuali e viceversa. Mille ingiustizie fiaccano gli animi. Ci sono lavori  saltuari che uccidono le speranze, che invadono il tempo libero, che fiaccano lo spirito e che bisogna accettare se non si vuole morire di fame.

Nelle scuole si dovrebbero creare invece laboratori di falegname, di idraulico ecc e saggiare le inclinazioni degli allievi e avviarli verso la loro specifica vocazione con obiettività. Ci sono persone che amano i lavori manuali, ci sono portati, sono fisicamente idonei altri che invece sono dei pensatori, incline a lavori di intelletto. Nei laboratori appositamente creati i giovani potrebbero scoprire il loro talento innato, mostrare senza riserve le proprie attitudini, tutto in un clima disteso, in un ambente bonario. I laboratori dovrebbero essere controllati dal governo centrale e seguiti in modo da garantire la massima efficienza.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.