Saperi

Sappiamo tutti che l’arte in generale commuove stimola. E’ piena di segreti, di misteri che affascinano. Scoprire l’arte, la storia è una esperienza elettrizzante.

In passato era consuetudine imparare per conservare l’eredità, per trarre spunto dagli eventi accaduti. Lo studio del passato era giustificato, difeso, rispettato. Per istinto le vecchie generazioni erano attratte dal passato. Lo studio del passato avveniva in vari modi anche con il semplice passaparola, senza l’ausilio dei libri. Lo studio non era costoso, era contagioso. In passato si aveva la mente rivolta anche indietro ed era apprezzabile. Ci si rimboccava le maniche e si andava avanti sull’esempio degli antichi.

Ora tutto è diverso. Ci stupisce come i giovani non vogliano sapere quello che è accaduto prima della loro data di nascita. Frenano la curiosità con rapidi calcoli. Archiviano gli argomenti con sguardo inespressivo solo perché sono accaduti prima della loro nascita. Conta solo quello che è accaduto il giorno dopo la loro venuta al mondo. Gli amici, il gruppo si spalleggiano a vicenda riguardo questo atteggiamento. Un genitore che vuole raccontare le tradizione passate viene fatto tacere. I giovani ammirano commossi solo gli eroi del momento, pomposi e superbi. I giovani non conoscono, non vogliono conoscere, non esprimono opinioni. Sono macchine senza cuore, non provano sentimenti.

Ci addolora vedere come certe forme di sapere vengano accantonate senza ritegno, senza ripensamenti. Non nascondiamo lo sdegno.

Ci sono solo sporadici gruppi di giovani interessati all’antico e questo non ci fa onore. Evidentemente non siamo stati capaci di tramandare, di appassionare al sapere. Come è prevedibile anche gli anziani hanno le loro colpe.

Certo il vecchio sapere è soppiantato dalla modernità ma uno sguardo al passato è sempre utile.

 

Ester Eroli

 

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