Solo noi

In tempi di crisi economica tutti abbiamo imparato un’arte nuova, molto semplice, ma efficace l’arte di arrangiarsi. Abbiamo imparato a comprare i prodotti in offerta nei supermercati , i libri nei mercatini dell’usato, i vestiti nei grossi centri commerciali. Abbiamo imparato a spegnere le luci, ad andare in vacanza magari nell’appartamento gentilmente offerto da partenti e amici, a risparmiare sull’uso dell’acqua, del telefono.

Abbiamo rinunciato quasi subito ai profumi costosi, ai vestiti perfetti firmati, alle riviste dio moda dedite solo al pettegolezzo, ai libri costosi, alle cene in ristoranti di lusso. Abbiamo messo all’angolo oggetti, soprammobili, articoli d’argento. In tempi di crisi è fuori luogo l’acquisto di oro, argento. Abbiamo eliminato il superfluo. Nel dettaglio abbiamo rinunciato ai centri estetici, al parrucchiere, alla palestra. I regali stessi a Pasqua e Natale si sono ridimensionati notevolmente. Ormai c’è la convinzione che bisogna regalare cose utili e pratiche e di prezzo modico. Abbiamo smesso di inviare lettere, cartoline, persino di comprare giornali.

Molti, messi in ginocchio dalla crisi, nella trappola del  bisogno,  sono stati costretti con dolore e ribrezzo a vendere oggetti personali e familiari. Ognuno ha venduto cose che riteneva inutili. C’è chi ha venduto anelli d’oro, libri, dischi, cd. Ci sono quelli che si sono impegnati collezioni, abiti. Nei mercatini dell’usato si trovano bicchieri, cornici ecc. Chi è stato costretto a vendersi cose importanti, dal valore anche affettivo è divenuto cinico, spietato. La nascita degli stessi compro oro, negozi in piena regola,  va interpretata come il segnale di una crisi profonda, radicata. Da casa sono stati eliminati e venduti quadri, lampadari, arazzi. E’ come buttare via sanguinante un pezzo di cuore. Sono stati eliminati tutti gli sfarzi, le feste sono diventate sobrie, opache non più brillanti.

Non serve lascarsi intimidire, lamentarsi. L’importante è restare freddi, non mollare, non lasciarsi influenzare. In  fondo c’è una spiegazione per tutto. Poi non comprendiamo come mai  in centro le auto con i vetri oscurati continuano ad essere munite di autisti, nelle mostre le donne ricche continuano a ostentare gioielli come niente fosse, le ragazze di buona famiglia continuano a prenotare viaggi favolosi in isole fantastiche. Un lusso che stride davanti magari allo squallore di periferie da tempo abbandonate al degrado. Il nostro cuore si ribella, palpita di rabbia.

Non si può essere grati a questo stato di cose che vede in sofferenza solo il ceto medio costretto a tirare la cinta sempre di più fino a moire. Non si sono scuse, consolazioni, solo un desolato futuro nero più della notte.

Solo il ceto medio, la gente comune deve fare i sacrifici, pagare le tasse, rinunciare al viaggio in America o in Messico per mancanza di liquidità. Sotto il naso ci sfilano persone, politici vestiti di tutto punto. Possiamo mettere l’accento sul fatto che per loro, i dirigenti, i politici, i ricchi, non è cambiato niente per il ceto medio è cambiato tutto.

Il gap è troppo grande per accettare la situazione. Bisognerebbe ribellarsi, fare qualcosa prima che il ceto medio scompaia definitivamente privato pure del pane.

 

Ester Eroli

 

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