A prescindere dall’appartenenza partitica, i provvedimenti sono ritenuti poco equi, eccezion fatta per i militanti del Terzo Polo, con il maggior sostegno riservato alla normativa orientata ai beni di lusso, quale l’aumento della tassa su barca, auto ed aerei di lusso, e ai costi della politica, quali taglio di province ed enti inutili (La Repubblica, 06/12/2011). Risultato finale è l’idea che si possa e debba essere più incisivi. Si sottolinea qui come tale risultato, raggiunto dai dati del sondaggio di “IPR Marketing” datato 5 dicembre, sia coincidente con quello fatto pochi giorni prima dall’agenzia “Centimetri”. Nel mezzo la presentazione della manovra agli italiani e, da non dimenticare, agli europei con sullo sfondo i mercati internazionali. La situazione fotografata dalla seconda agenzia ci mostra come alla vigilia della discussione parlamentare la metà degli intervistati ritenga che per rafforzare il Paese innanzitutto serva una ritrovata onestà e moralità, passando per il rispetto altrui, da cui ne conseguirebbe una riduzione delle diseguaglianze economiche. Valore portante è ritenuto la famiglia, che surclassa valori fino a poco fa ritenuti di grande rilevanza come la qualità della vita e la tradizione religiosa (La Stampa, 03/12/2011). E le cifre ufficiali rendono valida l’impressione generale: nel 2010 sono diminuite le denunce di reati e ciò a fronte di una media italiana, attestatasi ad un 45%, inferiore a quella europea di ben dodici punti percentuali. A questo punto pare utile mettere in risalto i risultati presentati al Parlamento dall’associazione “Transparency International Italia” il primo dicembre. Sul sito della stessa si legge che l’Italia risulta al 69˚ posto su 183 nel 2011, perdendo ben due posizioni rispetto al 2010. L’attendibilità del “Corruption Perception Index” si rispecchia nelle ricerche compiute da Centri di Ricerca ed Università e riguarda la percezione di corruzione nel settore pubblico e privato, andando dalla politica alla magistratura, dall’informazione alle istituzioni di un Paese. Da un valore di 0, indice di massima corruzione, ad uno di 10, indice di assenza della stessa, si stende una graduatoria, nella quale il nostro Paese non si scosta da molto tempo da un valore pari a 3.9.
Ecco apparire un mosaico rappresentante il grado di fiducia degli italiani a pochi giorni dalle feste natalizie. Tutto torna in questo quadro costruito con dati e grafici incrociati. Forse sarà tutta colpa della crisi, come si sente spesso affermare in giro, fatto certo è che allo sfavillante luccichio di luci e comete che furoreggiano nei negozi e nelle vie di tutte le città non fa da contraltare un altrettanto luminoso spirito di festa e fiducia. Piuttosto si aspetta un anno nuovo che si prospetta come un’appendice del vecchio, foriero di novità costose sul piano umano e materiale, nella speranza sia l’inizio di una rinnovata coscienza all’insegna di un atteggiamento di maggior condivisione responsabile. Da opaca la stella di Natale italiana deve tornare a risplendere di luce propria all’interno della galassia della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Trainando le restanti stelle europee, anch’esse vicine al buco nero del fallimento della moneta unica, nel breve periodo se il Bel Paese non ce la facesse, nel lungo periodo se l’Unione Europea non dovesse costituirsi in vera unione politica e sociale nel rispetto della multiculturalità. Sarà un anno alla scoperta del rispetto di norme e compiti sempre più spesso elusi o evasi in passato. Nel segno della coesione con ascendente equità.
Pamela Cito