STROCCHI

Maria Cristina Strocchi nata a Vicenza si è laureata in psicologia a Padova e ha conseguito delle specializzazioni  a Verona e molti master su vari argomenti come disturbi della personalità, balbuzie, senso di colpa, stolking, infedeltà coniugale. Insegnante e psicoterapeuta esercita la libera professione con studio a Vicenza. E’ anche psicologa legale e ha condotto studi di criminologia. Si è occupata pure di ipnosi clinica. Ha realizzato molte collaborazioni affrontando il tema della sessuologia e della alimentazione. Organizza corsi e seminari sulla coppia. E’ perito nel tribunale civile di Vicenza. Famose sono le sue pubblicazioni come La coppia che non scoppia, Onora il padre e la madre, Autostima.

Nell’opera Autostima sottolinea il fatto come noi soffochiamo il senso di disagio e inadeguatezza immergendoci in varie attività anche se la nostra coscienza affettiva soffre. Le regole sociali per lei non sono le migliori per l’avvio nell’individuo di una corretta autostima. Gli altri ci criticano non ci accettano per quello che siamo, non accettano i nostri difetti anzi li evidenziano diminuendo drasticamente la nostra autostima. Nessuno ci gratifica e noi dipendiamo dal giudizio degli altri. La mancanza di attenzioni ci penalizza. Siamo abituati a scansare le situazioni difficili per paura di punizioni e fallimenti. La mancanza di lodi per il nostro comportamento positivo e l’indifferenza sono un danno. Strocchi sottolinea l’importanza di avere pensieri positivi e di non darsi tutte le colpe per le sconfitte inevitabili. Nemmeno si deve dare sempre la colpa agli altri del proprio insuccesso. La conquista dell’autostima è un processo graduale ma il senso di colpa blocca tale evoluzione. Dobbiamo inoltre essere disposti a modificare i nostri punti di vista, le nostre abitudini. Bisogna avere fiducia delle proprie capacità senza farsi manipolare dagli altri. Bisogna essere però disposti a collaborare con gli altri. Autocriticarsi sempre non giova come non giova vantarsi dei propri successi. Dobbiamo imparare ad apprezzare le emozioni a manifestarle mentre la società moderna ci spinge verso un continuo autocontrollo che alla lunga può essere distruttivo. Non si devono reprimere le emozioni anche negative. Bisogna accettare gli sbagli e i nostri difetti. Non serve avere un senso del dovere eccessivo. Bisogna sempre concedersi un momento per sé. Non ci si deve però violentare per cambiare a tutti costi il carattere. Le critiche ci portano a sbagliare di nuovo. Bisogna imparare un nuovo linguaggio che eviti giudizi radicali e globali verso noi stessi e gli altri. Si deve imparare dagli errori. Non si deve però cambiare per soddisfare le aspettative e le esigenze degli altri. Certamente i messaggi negativi ricevuti nella infanzia ci condizionano, ci sono genitori che sottolineano solo i difetti del bimbo. Bisogna in ogni occasione conservare la grinta e la dignità. Il sentimento di colpa accentuato può procurare comportamenti compulsivi e lesivi della personalità. Il male inferto agli altri si può espiare. Non dobbiamo colpevolizzarci se in certi momenti non riusciamo ad aiutare gli altri. Ogni volta si deve cercare il motivo di un certo tipo di comportamento e di distaccarci da esso per essere più obiettivi. Non si deve sempre compiacere gli altri. Si deve evitare la passività e l’aggressività. E’ necessario trovare in ogni situazione delle possibili soluzioni. Bisogna sempre esprimere il proprio punto di vista con educazione  e rispetto degli altri. Non bisogna mostrare debolezza cosi si evita che gli altri ne approfittino. Bisogna sempre dire le cose che ci danno fastidio. Abbiamo sempre il diritto di chiedere spiegazioni. Bisogna imparare ad accettare le critiche  e a farle in modo corretto. Le espressioni di apprezzamento consolidano una relazione, la rendono più spontanea. Bisogna sempre scaricare le tensioni facxendo qualcosa di rilassante. Bisogna sempre accettare il punto di vista degli altri senza farsi sottomettere. Bisogna scegliere persone che ci rispettino. Viviamo invece in una società incline alle critiche. Meglio trattenersi nell’esprimere critiche per non generare ostilità. Le critiche spesso sono colpevolizzanti. Abbiamo diritto allo sfogo. Dobbiamo correggerci davanti a critiche costruttive. Dobbiamo sempre chiedere il permesso agli altri per certi comportamenti. Bisogna evitare di fare confronti con gli altri usando frasi generiche. In certi casi meglio evitare di insistere. Dopo una critica pesante meglio non attaccare subito e semmai ignorare il sarcasmo. Mai scendere al livello dell’altro. Non bisogna ripetere gli stessi errori. Bisogna poi considerare che anche i nostri educatori, genitori sono esseri umani che possono sbagliare. I genitori non devono sottolineare solo i difetti dei figli rimproverandoli . Bisogna sempre ammettere i propri limiti. I genitori troppo apprensivi generano figli paurosi, pigri, dipendenti. Il figlio troppo protetto cresce insicuro. Troppi genitori proiettano sui figli le proprie aspirazioni togliendo libertà di scelta al figlio. I bambini vanno stimolati nell’autostima anche attraverso il divertimento. Bisogna evitare di fare domande inquisitorie, di interrompere l’interlocutore. L’assenza di un dialogo pacifico con i figli li rende chiusi. Bisogna sempre trovare compromessi e soluzioni. Lo stile educativo deve essere autorevole non autoritario. Non ci devono essere regole rigide. I comportamenti devono essere flessibili. Bisogna imparare a valutare i propri difetti e a valutarsi.

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