Terremoti: da Pompei all’Aquila fra scienza e saggezza popolare

terremoti da pompei all'aquila fra scienza e credenze popolariNoi tutti conoscono la famosa eruzione del Vesuvio del 79D.C. che distrusse Ercolano e Pompei. Tale eruzione è nota soprattutto come eruzione pliniana, dal nome dello storico e scrittore latino Plinio il Giovane che per primo descrisse questo particolare fenomeno. Questa eruzione è caratterizzata dall’emissione di lava molto viscosa che non fluisce dal cratere, ma si accumula alla sommità impedendo al gas di uscire. Con l’aumento della pressione interna il vulcano esplode parzialmente o totalmente. Questo genera la diffusione di ceneri, lapilli ecc. che devastano il territorio intorno all’eruzione. Come narrano gli storici il fenomeno fu preceduto da continue e giornaliere scosse anche lievi.  Quasi quotidianamente Pompei era interessata da continue scosse locali di terremoto, tanto che gli abitanti avevano finito per conviverci rassegnati pensando che nulla fosse di grave. Pensiamo ai giorni nostri al Terremoto che ha colpito la città dell’Aquila nell’Italia centrale, giudicata già in passato area sismica per la sua natura morfologica. Ogni giorno la città e i comuni limitrofi venivano colpiti da scosse più o meno leggere di terremoto tanto da spingere molti cittadini a scrivere email alla prefettura e al comune.  I cittadini venivano puntualmente rassicurati sull’evento. Le autorità dichiaravano che era tutto sotto controllo, eppure i precedenti c’erano se non altro Pompei faceva scuola. Le continue scosse sono un preludio di un grande evento sismico senza ombra di dubbio per il novanta per cento dei casi. La storia dovrebbe insegnarci almeno questo. Ma gli avvisi della popolazione all’Aquila sono rimasti inascoltati, lettera morta, come parlare al vento.  Il disastroso fenomeno ha provocato la distruzione che tutti conosciamo.  Ci sono poi altri indizi che fanno pensare all’arrivo di un prossimo terremoto che la saggezza popolare insegna: l’aria è calda, afosa, irrespirabile anche in periodi dell’anno in cui si presume che non debba fare così caldo. Infatti i giorni precedenti il terremoto del 1980 che distrusse l’Irpinia, il caldo era notevole, le temperature sopra la media stagionale, era novembre e si andava ancora in giro con abiti tipicamente estivi. Gli animali come gatti, cavalli, cani, galline ecc sono inquieti, fanno cose che normalmente non fanno, smaniano, si lamentano in modo strano. L’odore forte del gas è un altro indizio che ci dovrebbe mettere sulla strada. La scienza insegna che i terremoti non si possono assolutamente prevedere, ma quando le scosse sono frequenti e continue sempre nella stessa zona qualcosa che non va c’è. Quella energia prima o poi cercherà il suo sfogo.  Quindi basterebbe evacuare alcune zone, chiudere le scuole e prendere i provvedimenti  del caso senza lasciarsi andare in un torpore  senza senso.

 

Eroli Ester

 

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