Tesori nascosti

Roma è una città ricca di arte, di soprese che non tutti conoscono a fondo. A Via Veneto troviamo ad esempio il villino della principessa, cosi veniva chiamata da tutti, Blanceflor sposata con il nobile marchese Buoncompagni Ludovisi de Bildt. Il Villino in stile eclettico è noto come museo Ludovisi. La principessa, di origini svedesi, era nata a Siena nel 1891, ed era figlia del barone Carl Bildt e della nobile Alexandra Keiller. Il suo ritratto, realizzato da un noto pittore ungherese, si può ammirare all’interno del museo. La principessa sposò in seconde nozze Adolfo Gancia che nel 1955 favorì la nascita di una fondazione con intenti scientifici, divulgativi e formativi nel campo delle scienze e della ricerca. Il  villino, di valore storico e artistico, venne donato per testamento allo stato italiano che ne fece un museo. All’interno ci sono collezioni di pitture, arredamenti, oggetti di arte decorativa, ritratti di uomini di cultura esposti nei salotti, di donne importanti al piano terra, dipinti celebri in stile moderno e antico, arazzi di pregio, porcellane. Sono possibili visite guidate, gratuite specie in occasione dell’otto marzo festa della donna.

Sempre a Roma in zona Flaminio, a via Mancini troviamo la casa museo dello scultore, urbanista, pittore norvegese  Kristian Andersen , infatti era nato a bergen nel 1872, emigrato poi negli Stati uniti. Dopo molti viaggi culturali in Europa si stabilì definitivamente Roma nei pressi di piazzale Flaminio. la sua casa fu per anni frequentata da artisti e intellettuali di fama anche stranieri con cui aveva una fitta corrispondenza epistolare come lo scrittore americano James. La casa studio fu donata in morte al comune che la restaurata e trasformata in un museo fruibile. L’ingresso al museo è consentito fino alle 19,00. All’interno dell’atelier troviamo dipinti, scritti, diari, opere, progetti di opere monumentali, opere di ispirazione classica, sculture con vari materiali. Si trova pure l’archivio, donato nel 1978 dalla sorella adottiva, che contiene stampe, diari, lettere, libri, fotografie a colori e in bianco e nero, corrispondenze con giovani artisti emergenti, diari del fratello e della cognata, commenti di cultura e arte.

In un suo trattato di arte l’artista mette in evidenza il suo progetto urbanistico utopico di una città ideale mondiale molto appariscente ricca di arte e opere grandiose e monumentali. la sua filosofia urbanistica fu avversata da molti architetti dell’epoca e critici d’arte. la capitale mondiale doveva possedere un’ arte monumentale ricca di armonie estetiche, doveva essere una città in evoluzione, aperta, di cultura. Le sue utopie urbanistiche non riscossero il successo sperato. il suo universo mentale non fu apprezzato pienamente. Solo dopo la sua morte si apprezzò la sua geniale ed eccentrica personalità.

L’artista è morto a Roma il 19 dicembre 1940 lasciando la sua cospicua eredità. E’ sepolto nel cimitero acattolico di Roma.

 

Ester Eroli

 

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