Il tempo che viviamo vive di velocità, si va veloci per guadagnare terreno, per accumulare soldi, oggetti, per comprarsi titoli. Molti antepongono il denaro alla famiglia. Si dimenticano atrocemente i doveri familiari in un guazzabuglio di impegni. Tutti sono attanagliati dal dovere incessante di distinguersi dagli altri per lusso e ricchezza non per onestà e fiducia. Si gode nel vedere gli altri restare indietro mentre noi avanziamo. Davanti al male degli altri, alla vecchiaia si stringono le spalle. Tutti si sono messi in testa di essere eternamente giovani.
Quando la gioventù viene portata via dal tempo inclemente si accusa il colpo e ci si rende conto di essere dei fantasmi, degli estranei, degli invisibili. I ricordi di gioventù sono svaniti e non si possono riconquistare. Il tempo non lenisce le ferite per la perdita della giovinezza.
Si cerca allora miseramente di riprendersi, di stordirsi. Si sente il bisogno di sentire calore umano, frasi gentili, parole amiche che calmano i nervi ed aiutano a sopportare l’avanzare degli anni.
Ci si rende conto arrivati all’improvviso a una certa età, nella nostra epoca, che bisogna camminare a testa bassa, evitando tutto quello che ci circonda. Se si alza lo sguardo si incontrano solo occhiate fameliche di ragazze fanatiche, sguardi distanti di giovanotti. Afflitti notiamo il disgusto degli altri per la vecchiaia. Ci prende un incredibile senso di avvilimento, uno sconforto che non si deve assecondare. Gli unici occhi positivi che incontriamo sono quelli del nostro cane fedele, un po’ poco in un mondo popolato da milioni di creature.
A una certa età per quieto vivere e per sentirsi bene è bene camminare a testa bassa, si evitano così spiacevoli incontri. E’ un espediente che ci salva dall’annullamento totale a cui ci vorrebbero costringere gli altri. In fondo esistiamo ancora, solo che sfuggiamo all’indifferenza.
Ester Eroli