Ubertino da Casale

Ubertino da CasaleCasale Monferrato nell’Alessandrino nel 1259 diede i natali a tale Ubertino detto, appunto, da Casale. Egli nacque in un’epoca caratterizzata da notevoli cambiamenti sociali, come lo sviluppo della borghesia e il diffondersi del monachesimo, ma anche da sanguinose lotte politiche e da contestazioni religiose, spesso sfociate in eresie, che ebbero evidenti ripercussioni di carattere sociale e politico, tanto da causare scismi irreversibili.

Sin da fanciullo Ubertino mostrò grande intelligenza, una spiccata personalità e una mistica, profonda fede. Il complesso di tali pregi però lo fece diventare un intransigente polemista per nulla disposto a cedere ideologicamente e praticamente su alcunchè. Diventato frate francescano, con profondo entusiasmo studiò teologia e divenne un efficace predicatore, anche se i suoi sermoni erano molto aggressivi, ammonitivi e non certo pacificatori. Il suo ardore manifesto per le teorie di Gioacchino da Fiore, inoltre, lo mise in cattiva luce presso gli alti prelati, i quali, preoccupati del largo seguito che fra’Ubertino cominciava ad avere, indussero il Papa a convocarlo e ad ammonirlo.


Il pontefice Benedetto XI venuto a sapere delle sue profezie catastrofistiche nei confronti della Chiesa e della sua mal tolleranza nei confronti dell’alto clero, gli proibì di predicare e gli impose di ritirarsi in convento, in meditazione e preghiera. Ma il nuovo papa Clemente V, insediato nella sede di Avignone e costretto, sin da subito, ad affrontare una crescente moltidudine di eresie, ben conoscendo la sua ars oratoria e la sua intransigente vis polemica, lo reintegrò nell’intento di riportare all’ovile i molti fedeli smarriti e comporre lo strappo ideologico nel frattempo verificatosi fra opposte fazioni francescane. Ma la sua aggressiva intransigenza non solo non risolse i problemi, ma li acuì. Il successivo Papa Giovanni XXII, non appena assiso al sacro solio, si vide costretto a sospenderlo dalla sue funzioni e intimargli di cambiare ordine, passando dai francescani ai benedettini. Ubertino da Casale 2

La cura non giovò, anche da benedettino espresse contestazioni e dubbi sulla veridicità del Vangelo, specie sulla povertà calcolata degli Apostoli. Fu scomunicato, imprigionato, processato per eresia e condannato al rogo, ma riuscì a fuggire e a mettersi al servizio del potente monarca Ludovico il Bavaro, allora imperatore del Sacro Romano Impero.

Ubertino da Casale 3Una mano ignota lo assassinò nel 1330. Non si seppe mai se per forma diretta o indiretta, sta di fatto che in molti pensarono alla longa manus della Chiesa.

Ubertino da Casale ha avuto recente notorietà, non certo per i suoi effettivi pregi e per le sue discutibili gesta, bensì per merito di Umberto Eco che lo ha reso protagonista del celebre romanzo “Il nome della rosa” e di Jean-Jacques Annaud che ha diretto un memorabile film di successo nel 1987 riportando fedelmente i contenuti di quel libro.

 

Adriano Zara

 

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