Un diffuso benessere

In passato i rapporti umani erano più  improntati sulla solidarietà, socievolezza, tolleranza, ed era forse anche più facile stringere nuove amicizie. Era possibile avere amici in ogni angolo senza molti pregiudizi. Allora la gente era più fiduciosa negli altri, più semplice. Con l’aumento del benessere economico è cresciuta di pari passo, in modo direttamente proporzionale, la superbia, l’aggressività, l’intolleranza. Ognuno si è chiuso in se stesso, pensando al proprio benessere, ignorando le esigenze del prossimo. Con la crescita del lusso è cresciuto anche il bisogno smodato di oggetti futili, inutili. Le famiglie si sono messe in competizione fra di loro, ogni giorno hanno lottato per conquistare spazi sempre più grandi. Nei rapporti umani si è persa l’amicizia è subentrata prepotente l’invidia, la gelosia, la rivalità. Lo spirito di emulazione ha avvelenato ogni tipo di incontro umano.  Ogni persona ostentava la propria situazione, dimentica degli altri. Con la gente non è stato più possibile dialogare in modo sereno, pacato. Si parla solo per esaltare i successi raggiunti o per offendere gli altri in modo palese o velato  a seconda dei casi. Le parole con il tempo, con il progredire della ricchezza sociale, hanno racchiuso sempre una piccola dose di veleno, che i più sensibili hanno registrato sentendo a un certo punto la necessità di una accurata disintossicazione. Il senso di superiorità ha spinto molti ad avere un atteggiamento freddo, distaccato ad ascoltare con dispetto, quasi come se facessero un favore. Le donne hanno cominciato ad avere quella maledetta aria di superdonne, truccate e curate come dive dello schermo, con un sorriso ironico che metteva il ghiaccio addosso. Gli uomini hanno iniziato a curarsi di più, ad avere un’aria più sicura, più intraprendente. Tutti, chi più chi meno, hanno mostrato di atteggiarsi in modo spavaldo, fanatico. Sono cominciate a circolare strane mode e si è arrivati ad avere una moda per tutto persino per i piumoni del letto. Il consumismo ha spinto a buttare oggetti ancora utili  e in ottimo stato. Stare dietro a tutte le mode per certi versi è stato faticoso, dispendioso. Bisognava stare sempre in giro e avere soldi da spendere. Durante le feste comandate la gente si è fatta prendere da una sorta di frenesia, da una strana ansia  di delirio collettivo accompagnato il più delle volte da spese folli.  I negozi erano sempre affollati di gente, le strade tutte bloccate dal traffico caotico e impazzito. La mania dello shopping ha contagiato gli adolescenti, che sono diventati dipendenti. Folle oceaniche hanno invaso teatri, cinema, fast food rivelando spesso un volto poco umano. La superbia per il benessere si è unita alla perfidia, al nervosismo. Molti nonostante tutto sono divenuti intrattabili, meschini e in alcuni casi estremi, belve disumane dallo sguardo truce. Il natale serviva più che altro per ostentare pellicce, gioielli, oro, auto potenti. Si sono fatte spese superflue, ,mangiato cibi prelibati per palati sofisticati e fini. E’ aumentato il disprezzo per la gente povera. Le giovani generazioni sono diventate più spietate, più incuranti degli altri. i loro sguardi sono  diventati sfrontati, taglienti come coltelli affilati pronti all’uso. Di solito non chiedono mai né scusa, né permesso, le parole gentili non fanno parte del vocabolario.  Ci siamo tutti convinti che il mondo fosse ai nostri piedi e che tutto ci fosse concesso per diritto. I nostri sguardi sono diventati occhiate di sufficienza. Tutti sostenuti ci siamo aggirati per le vie del centro vestiti elegantemente. I gesti spontanei sono diventati un ricordo. Siamo caduti nel limbo della solitudine formale, diffidente. Non ci  siamo più irritati davanti alle ingiustizie sociali. Siamo diventati come automi che non si fermano davanti a niente  e nessuno, mai disposti a perdere, cinici e egoisti. La società plasma gli uomini a sua immagine e somiglianza. Questa trasformazione non è stata indolore visto che ancora ne paghiamo le conseguenze. Ora assistiamo allibiti e impotenti a un repertino cambio di rotta. Siamo arrivati al punto morto della recessione. Forse in futuro avremo meno soldi ma saremo più umani. Nella disgrazia si cerca una mano amica. Ritornerà il tempo i cui prestarsi gli oggetti con i vicini non sarà un delitto, quei vicini che ultimamente non ci guardavano più nemmeno in faccia.

 

Ester Eroli

 

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