Una società selettiva

Viviamo nel duemila e pensiamo di essere all’avanguardia, post moderni, super tecnologici, evoluti. In realtà il retaggio di una vecchia mentalità esiste ancora, una mentalità particolare, gretta, meschina che considera la gente povera gente da nulla, da non considerare, da non invitare, da evitare. I poveri sembrano che siano tali in conseguenza di un errore personale, di una colpa. In questa società altamente selettiva si guarda sempre in alto, dove brillano astri luminosi come calciatori, veline, attrici, imprenditori, funzionari. In fondo sono quelli che hanno fatto fortuna con la loro abilità, che si sono imposti all’attenzione per le loro inclinazioni, per il loro potere. Il potere dei ricchi è prevalentemente potere di acquisto. I ricchi sono invidiati, difesi, seguiti come modelli, sono quelli che “c’è l’hanno fatta”, hanno sfondato, si sono piazzati bene per usare parole di moda. Si invidia la villa con la piscina, il salotto di marca, l’auto veloce. In realtà in questa massa di benestanti bisogna fare una distinzione fra ricchi e arricchiti. I ricchi sono quelli per nascita, che hanno ereditato una fortuna, che vivono nel lusso in automatico senza sforzi. Di solito sono amabili, disponibili, gentili, educati . Gli arricchiti sono quelli di origini mediocri che hanno avuto dei colpi di fortuna e quindi sono balzati in primo piano per diritto acquisito. Con il tempo l’arricchito si rivela superbo, tracotante, insopportabile, idiota, maleducato. L’arricchito ostenta, si mette in mostra, si pavoneggia. Vuole apparire, mostrarsi, mettere in evidenza le proprie risorse finanziarie. Gli arricchiti viziano i figli, assecondano le loro voglie e in alcuni casi questi figli si perdono. In alcuni casi gli arricchiti si perdono, tornano indietro e la loro vita degenera. Ci appare quindi giusto il proverbio che dice: dio ti salvi da un povero arricchito e da un ricco impoverito.


 

Ester Eroli

 

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