Per scacciare i vampiri si ricorreva all’aglio, la rosa, la verbana, il biancospino, lo specchio messo all’ingresso. In Romania i vampiri sospetti venivano impalati, decapitati, inchiodati a terra per paura che risorgessero. In Russia si credeva che tornassero redivivi i ribelli e gli eretici della chiesa, i non battezzati, coloro che erano colpiti da morte prematura e violenta, i peccatori incalliti. Erano gli spiriti impuri a gridare vendetta. In Messico si credeva che i vampiri si aggirassero per bere il sangue del bestiame e degli animali domestici. Anche nel Medioevo si credeva ai morti viventi. In Lousiana si dissotterravano i presunti vampiri si toglieva il cuore che veniva bruciato e le cenere bevute con una bevanda. Si accusavano di rubare i bambini. Sul vampirismo nel settecento usci anche un saggio di un teologo francese che riportò in auge il problema. Intanto i presunti vampiri venivano giustiziati, affogati con l’aglio in bocca, bruciati, il corpo sparato nella bara, uccisi con il limone in bocca in ogni parte della terra. Nelle Filippine si credeva a una donna vampiro in grado di succhiare feti nel grembo materno e di mangiare interiora umane in particolare cuore e fegato.
In realtà i Persiani furono i primi bevitori di sangue di bambini per ringiovanire e tracce di questi strani riti compaiono pure nell’antica Roma e sono presenti pure ai nostri giorni.
Ester Eroli