Viaggi ad alta velocità

Viaggi ad alta velocitàIl viaggio in treno ha sempre il suo fascino, per vari motivi. Per la possibilità di guardare il paesaggio dal finestrino, per il contatto con il personale, per il rapporto diretto con la gente, per la possibilità di riposare senza dover guidare, e per tanti altri motivi. I treni ad alta velocità consentono di raggiungere località d’arte e turistiche in tempi brevi. In poche ore si arriva a destinazione. In passato i tempi di percorrenza erano maggiori, ma il rapporto con la gente era più genuino, più pulito. In passato c’erano dei veri e propri scompartimenti dove era possibile dormire, mangiare, e fare amicizia. Molte amicizie, diverse storie d’amore importanti sono nate in treno. Le persone ingannavano l’attesa per l’arrivo a destinazione chiacchierando, leggendo una rivista o un giornale e facendo commenti sulla politica e altro coinvolgendo gli altri presenti. Spesso avvenivano discorsi corali, con la partecipazione di tutti e ci si aiutava durante il viaggio. Si offrivano biscotti, pastiglie per il mal di testa, aspirine. C’era un clima di condivisione, si raccontavano aneddoti, si parlava del proprio privato senza barriere. Ora gli scompartimenti non ci sono più, lunghi corridoi in fila ci accolgono, avvolti dal fresco dell’aria condizionata, e dal riscaldamento in inverno. Un silenzio irreale ci colpisce. Poche sono le persone intente a una conversazione. Le uniche che parlano lo fanno al cellulare con i propri conoscenti, non con gli estranei. Tutti sono concentrati sul proprio pc portatile, come fosse il migliore amico. La connessione a internet facilita il lavoro anche sul treno. Allora tutti continuano a lavorare, a navigare anche per diletto, gli altri intorno non esistono. Si arriva a non salutare nemmeno al momento in cui ci si prepara per scendere nella propria stazione. Tutti si alzano, se ne vanno come niente fosse. Nemmeno un cenno di saluto, un sorriso abbozzato, un arrivederci. Durante il tragitto se siamo seduti al fianco di qualche importante manager e lo sfioriamo per sbaglio sentiamo i muscoli della persona irrigidirsi al nostro contatto, chiedere scusa non ottiene nessun risultato. La persona ci guarda con aria critica, mentre noi restiamo a bocca aperta. Sentiamo sulla pelle il ripudio di ogni forma di contatto, anche la più banale, la più comune, la più semplice . Nel vagone ristorante possiamo notare persone che si girano al bancone per non stare dalla nostra parte, come se fossimo portatori di qualche malattia contagiosa. Ci sentiamo morire quando nel passare qualche ragazza superba quasi ci travolge nel corridoio lungo e stretto. Notiamo comportamenti impeccabili all’apparenza, abiti firmati, telefonini di ultima generazione, pc portatili nuovi fiammanti, valigette di pelle che contengono preziosi documenti. Tutto inserito in un contesto raggelante. Donne altezzose ci sfrecciano intorno e si comportano come se noi fossimo trasparenti, uomini con l’impermeabile sul braccio ci guardano con occhi distanti come se noi fossimo atterrati all’improvviso proventi da un altro pianeta. Non si dialoga, non si fanno domande, anche perché non otterranno mai una risposta esauriente. Gli occhi delle persone davanti a noi guardano fuori, lontano, sul pc, sulla tastiera, altrove ma non si incrociano con i nostri in una sorta di assurdo pudore. Gli sguardi sono annoiati, sfuggenti, disarmanti. Cerchiamo rifugio nel nostro privato, nel nostro cellulare, nel nostro romanzo. Viaggiamo mantenendo fede solo alle nostre amicizie acquisite, le altre, quelle nuove, magari fatte in treno, non possono entrare. Un mondo che si muove ma che nella sostanza resta umanamente sempre al punto di partenza, senza scampo. Un mondo egoista dove trova spazio soltanto la tecnologia non una mano amica. Il volto impassibile dei compagni di viaggio ci fa capire che l’era della comunicazione vera l’abbiamo alle spalle, ora ci attende al varco solo una comunicazione virtuale che nulla ha di umano. Ognuno preferisce gli amici virtuali per potersi nascondere, per non uscire allo scoperto, per non dover ammettere di essere una persona comune.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.