Villa Revoltella

Uno dei parchi pubblici più attraenti di Trieste è la villa Revoltella, non sempre visitata e inserita nel circuito turistico della città. Il barone Pasquale Revoltella nel testamento la lasciò in eredità al comune. Il parco si trova all’interno di una grande area boschiva, ricca di alberi e piante secolari. L’area ha un estensione di circa 50.000 mq.  Il parco è dotato di una sola entrata, con una cancellata in ferro,  ed è diviso in tre zone.

 

a)      La zona della chiesa. In questa area troviamo la chiesa di San Pasquale Baylon in pietra bianca del Carso, opera dell’architetto Kranner di Praga. Nella cripta ci sono i resti del barone  e di sua madre. Davanti troviamo un laghetto artificiale con tartarughe, pesci rossi, ecc inserito in un contesto ricco di aiuole.  Dietro la chiesa, a destra si trovano le vecchie scuderie del barone. In questa area si può ammirare anche un suggestivo panorama della città. Nei giorni privi di foschia si intravede la città in tutta la sua bellezza.

 

b)      La zona di residenza del barone. Uno chalet progettato dall’architetto Hitzig di Berlino che fu la dimora del barone. In questo settore si trova la serra monumentale di vetro di ghisa, che si affaccia su uno splendido giardino all’italiana, con statue e vasche d’acqua. Questo chalet viene spesso usato per celebrare nozze civili. In estate si svolgono concerti, mostre ecc.

 

c)       La zone ludica.  Qui si trova una scalinata con la statua di Pinocchio e dei campi gioco, la pista di pattinaggio e altri attrezzi ludici riservati ai bambini.

 

Inoltre dall’ingresso principale si dipartono tutta una serie di vialetti pavimentati di colore rosso scuro accompagnati da aiuole curate, ricche di fiori e piante pregiate. Possiamo trovare le rose, i lillà, gli iris, ecc.

 

Il parco è un vero polmone verde. Chi passeggia tra i suoi viali sente un senso di benessere e di pace, come se si fosse all’improvviso entrati in paradiso. Il luogo è adatto per ritemprarsi e rilassarsi lontano dal frastuono delle vie cittadine. Nelle acque del laghetto ci si può specchiare tra l’andirivieni di graziosi pesciolini rossi. In questa oasi di pace sembra che il tempo si sia fermato, per consentire una sosta alle membra stanche di andare.  La città appare solo in lontananza, sfumata, sbiadita. La nostra mente si perde nel verde degli alberi e non pensa più a niente, non pensa più a cose spiacevoli.

 

Ester Eroli

 

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