Vivere il Natale

Ognuno vive il Natale a modo proprio. Ognuno sente sulla pelle il clima natalizio e le luminarie, i regali, gli alberi addobbati aiutano a farci del natale un’idea meravigliosa. Siamo come elettrizzati, invasati, inebriati. Come se fossimo saliti sulla giostra di piazza Navona e fossimo ridiscesi trasformati da un incantesimo di una fata. Il clima di Natale è magico, contagia. Viene vissuto soprattutto esteriormente: abiti di lusso, grandi firme, orologi di marca, gioielli di alta fattura, sciarpe di seta, sontuosi pranzi, ecc. Quali tracce lascia il Natale dentro di noi? Con quale animo ci disponiamo ad affrontare le feste? Passiamo il tempo a giocare a carte, a mangiare dolci, a scartare i regali senza comprendere l’essenza del Natale. Un gesto di solidarietà ci pesa come un macigno, facciamo le cose che ci riescono meglio: gratificarci. Ci compriamo per l’occasione l’ultimo cd del nostro cantante preferito, pensando che ce lo meritiamo. Regaliamo ai nostri più intimi amici oggetti inutili, futili, insignificanti pensando di far loro del bene, mettendo a tacere la nostra coscienza, per farci perdonare i casi in cui siamo stati mancanti. Come se la amicizia, l’affetto si potessero ripagare. Approfittiamo del natale per sdebitarci con qualcuno che di recente ci ha fatto un favore. Dispensiamo regali come caramelle. Di tutta questa frenesia alla fine delle feste non resta niente. Ci trasciniamo come gusci vuoti alla ricerca di qualcosa che ci riempia pienamente. Sappiamo che il vuoto non può essere colmato da altro vuoto. Andando alla ricerca sempre di cose nuove non sentiamo più la pienezza dell’appagamento per ciò che possediamo. Abbiamo il superfluo e desideriamo di più e per questo invidiamo gli altri. Facciamo a gara con gli altri per essere sempre al top. La sfida a Natale è quella con gli altri, se gli altri vanno a Londra noi come minimo dobbiamo andare in Canada, per non essere da meno. La festa si riduce, si restringe, perde importanza. Si riduce a un andirivieni di parenti, a una frettolosa stretta di mano, a un augurio borbottato fra i denti, detto a mezza bocca. A natale si fa sfoggio del meglio che si possiede per il gusto di farlo. Allora la nascita di Gesù, anche per chi ci crede, passa molto in secondo piano, eppure era l’evento principale, da cui è nata la storia. Le radici della trazione vengono abbandonate, stravolte. Il valore del Natale è prezioso non disperdiamolo in futilità, sfarzi, lussi. Sorridiamo alla vita e sorridiamo agli altri aiutandoli concretamente.

 

Ester Eroli

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