Scelte conformiste

Scelte conformisteTutti i giovani giunti alla soglia della maturità, abbandonato l’atteggiamento disinteressato, insicuro, impertinente, sentono il bisogno di mettere ordine nella propria vita senza sprecare il tempo prezioso. Molti si prendono la briga di sistemarsi, di unirsi in matrimonio, seguendo la logica generale, scegliendo con prudenza . Accettano di sposarsi e di creare una famiglia, dopo un passato di allegri divertimenti. Ogni giovane donna trova rassicurante che un uomo si prenda cura di lei, ogni ragazzo affidabile ama l’atmosfera magica, elettrizzante, dell’innamoramento passionale. Ognuno ama costruirsi un nido. Con il passare del tempo, con l’arrivo delle prime rughe, diventa sempre più difficile trovare qualcosa da dirsi. L’uomo che ci ha fatto ridere, sognare ora ci appare grossolano e maldestro, la ragazza che abbiamo scelto ci appare insopportabile, troppo amante dell’ordine, del lusso, troppo magra, troppo trasandata, poco garbata. Non pregustiamo più l’attesa per il suo arrivo. Gli occhi che ci sorridevano ora si sono spenti. Per sopravvivere fingiamo indifferenza, restiamo impassibile davanti a errori, parliamo dei vecchi tempi, abbandoniamo la pignoleria, trasciniamo le giornate, proponiamo una gita per cambiare aria . Ci accorgiamo che è stato proprio il partner a farci venire dei complessi spaventosi, diversi scrupoli. Odiamo la sua maldestra curiosità, i suoi vizi, le sue parole ricorrenti. Ricordiamo con un brivido quella maledetta canzone che ci ha fatto innamorare per metterci in gabbia. Ognuno ha la cattiva abitudine di considerare l’erba del vicino più verde e di conseguenza di ripudiare il proprio compagno/a. Gli egoisti peggiorano le cose in modo terrificante, con il loro risentimento. Gli intellettuali preferiscono rinunciare alla comprensione e si sentono delle vittime. Alla fine nelle liti domestiche si dicono cose tremende, si insulta l’altra persona con livore, si resuscitano vecchie verità, senza voglia di recuperare. Dovremo invece capire che le radici che ci vincolano sono importanti, ci danno quel senso di appartenenza appagante. Quel nido rappresenta la continuità, la solidità, il punto di riferimento. Se siamo forti, se la nostra fibra morale riesce a cavarsela in qualsiasi impiccio lo dobbiamo al nostro nido familiare. Dovremo farci prendere dalla nostalgia per quella persona adorabile che ci è al fianco e che abbiamo meritato sul campo, così affine a noi. Dovremo avere il piacere di tornare nei luoghi fantastici che ci hanno visto innamorati. Tutto passa ma i punti di riferimento restano. Dovremo avere una espressione felice nel ripensare al passato e nel pensare al futuro in cui non saremo soli.

 

Ester Eroli

 

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