San Bruno e i Certosini

San Bruno e i CertosiniL’ordine monastico più rigido è sicuramente quello dei certosini, il cui primo monastero è la grande certosa di Chartreuse nelle Prealpi Francesi. Il fondatore dei certosini, vissuto intorno al mille, la cui festa è il 6 ottobre, è un colto teologo sacerdote nel 1055 di nome Bruno. I suoi primi studi si svolsero a Reims dove fu anche nominato direttore delle scuole locali. Scelse volontariamente di ritirarsi dal mondo a vita monastica e contemplativa e la sua vocazione è ben spiegata in una commovente lettera diretta a un vescovo dell’epoca. San Roberto fondatore dei trappisti fu il suo maestro spirituale che lo guidò verso la vita eremitica. San Bruno fondò il suo primo monastero in una zona boscosa e montana nel 1084 a mille metri di altezza inaugurato per la festa di Giovanni Battista. La chiesa del monastero era rigorosamente spoglia e di pietra, proprio per una scelta di semplicità. Il complesso monastico venne consacrato ufficialmente nel 1085. Nel momento in cui san Bruno venne richiamato a Roma da papa Urbano II il gruppo dei conversi si disperse per poi ricompattarsi al suo ritorno. San Bruno fondò molti gruppi di preghiera e eremi anche in Calabria. Bruno imponeva la preghiera solitaria, il rifiuto degli agi, la contemplazione, il ritiro in solitudine, il silenzio, la meditazione, lo studio, la penitenza, il digiuno, l’astinenza. La sua immagine è quella di un volto ascetico, con la tonsura e la veste bianca, simbolo di cristallina purezza. I Certosini sono sempre piccole comunità di solitari, piccole famiglie dedite all’obbedienza. Non sono grandi gruppi e sono guidati da un priore aiutato da un vicario. Il gruppo si divide in laici e chierici detti padri. La vita dei monasteri certosini è molto austera, i pasti sono quasi sempre frugali. La giornata è scandita da continue incombenze. La mattina ci si alza presto e si recitano le preghiere. Ci sono diversi modi di pregare nella propria cella. Dopo nella mattinata si svolgono lavori dentro e fuori le mura del monastero. I lavori, specie domestici, sono ripartiti. A mezzogiorno si recita l’angelus, spesso da soli. Il pranzo è fatto da soli. Dopo un attimo di riposto e meditazione nel pomeriggio si svolgono altri lavori spesso diversi da quelli della mattina. Nel tardo pomeriggio vi è la recita dei vespri. La cena di solito è un pasto leggero che viene a mancare per la quaresima e per l’avvento. A mezzanotte ci sono le altre preghiere non sempre fatte con i fratelli. Solo la domenica vi è la solenne messa comunitaria con i canti, ma non si accettano strumenti musicali e il pranzo al refettorio con tutti gli altri confratelli. La messa è celebrata da un solo sacerdote in un unico altare a bassa voce. L’ostia è divisa e tutti bevono dallo stesso calice. La preghiera deve essere interiore. Ogni tanto la messa viene fatta in una cella di un monaco a seconda delle esigenze.

 

Ester Eroli

 

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