Battiti a tempo di musica

Battiti a tempo di musicaSono tanti i cantanti, autori, interpreti, cantautori, cantastorie, artisti.

Una sala di registrazione e poi sul palco per l’ovazione. Un ritornello che ritorna e si imprime negli ascolti, stolti e colti.

Gli autografi sui fogli bianchi di chi cerca ancora la propria identità. Una foto con le star del momento per chi cerca, su col mento, stelle appese nel cielo stendino che cadino nelle attese di un desiderio destino.

Canzoni ed emozioni, bisogno incessabile per un sogno disabile, incapace di mettersi in piedi a camminare la vita.

Ma non è il gesto corporeo che fa un passo, ma la durezza di un marmoreo sasso. Salti sul mare per non affondare.

Un fondo verde di bottiglia, una polvere bianca che scompiglia, è salsedine che increspa il piacere, che bleffa e sfiorisce un ciliegio per farne una bara.

Che musica è questa?

Sequestra ricordi, arresta i momenti. Canzoni prigioni e tra le sbarre chitarre la voce degli impotenti, potenti a parlare ma non a cantare.

Ma esiste una musica che resiste e va oltre il conservatorio dei successi, che scala l’osservatorio della realtà e sta accanto al canto degli oppressi.

È la musica dei fatti. Atti scritti da associazioni che ogni anno danno azioni.

O’scia’, fiato mio, mio respiro, fondazione di Claudio Baglioni, noto cantautore romano che fa dell’impegno un pegno di lealtà verso la parola aiuto.

Aiuta Lampedusa, esalta la ricchezza e bellezza di un’isola affinché non sia mai lasciata sola.

Aiuta gli sguardi a proiettarsi laddove i profughi, costretti a gettarsi nel nuoto dei traguardi, cercano pioggia negli occhi, di chi li salva, per bere un sorso di speranza e futuro.

La battaglia di Ron (cantautore italiano) contro la S.L.A., sclerosi laterale amiotrofica, che cerca di far muovere la gente a donare ricerca e tempo a chi è paralizzato nel corpo e con la mente manda ancora gioia e respiro al parente e all’amico vicino.

E molti altri, più o meno scaltri di coloro che vivono nell’oro, ma non hanno un tesoro per impreziosirsi della leggerezza di un’anima, ormai volata via nella scia della fama.

Che musica è questa?

È poesia. Non è spensieratezza, ma è un serio pensiero che rema con solidale consolidata voglia di partecipare all’orchestra degli intenti.

Quelli buoni, quelli veri, quelli che suonano, appena li tocchi, armonie che donano lacrime agli occhi.

Un dolce bagno che ripulisce le strade dei sordi, che ingordi non sentono e non cantano, gridano.

Sanno solo gridare, hanno solo violenza, né arte né scienza, ma solo una lenza dall’amo piccolo.

Si può essere o non essere d’accordo con gli accordi. Si possono notare o meno le note.

Ma la musica trasmette, mette in testa una festa di piaceri, pensieri, consigli, attimi e scompigli.

Morde la vita per rosicchiare un po’ di gioia e la noia si fa da parte, anche se parte di una mente che sente i battiti.

Battiti a tempo di musica.

 

Santi Germano Ciraolo

 

 

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