Il lavoro delle donne e lo spreco di denaro che alcune di esse fanno

Il lavoro delle donne e lo spreco di denaro che alcune di esse fannoNegli ultimi tempi si assiste a un aumento della presenza femminile nei luoghi di lavoro e questo rappresenta, senza ombra di dubbio, una conquista. Per anni le manifestazioni femministe hanno posto l’accento sulla indipendenza economica. Dopo tante battaglie si è raggiunta una certa stabilità. Sotto gli occhi di tutti è la presenza femminile in luoghi di lavoro un tempo riservati solo ai maschi. Tuttavia oltre questi dati all’apparenza confortanti, molto resta da fare.

Ci sono ancora donna licenziate per futili motivi, per ripicche, ricattate, oggetto di avance e di dispetti. Tuttavia le donne che si sono imposte, che hanno raggiunto i vertici non brillano per comportamenti impeccabili. Di solito si comportano in modo scorretto, assumendo un atteggiamento superbo. Dobbiamo dire inoltre che non è solo questo il problema. Le donne che lavorano, non solo quelle di potere, si lasciano condizionare dal demone, dalla ossessione dei vestiti che finisce per contagiare tutte le altre, persino le donne delle pulizie. Ogni giorno indossano un abito nuovo munito di accessori, magari firmato. C’è una vera e propria ostentazione e una denigrazione nei confronti di quelle donne che non possono permettersi certi lussi o magari non vogliono. Ci sono donne che guardano le altre, considerate sciatte, dall’alto in basso, come fossero estranee non colleghe. Alcune entrano furbescamente nelle stanze delle altre con delle scuse per mostrare la loro toletta.

Il denaro guadagnato, spesso si tratta di cospicui stipendi di manager, viene speso tutto in futilità come cosmetici, parrucchieri, rifacimenti estetici. Il denaro finisce tutto addosso alla donna di turno. Si lasciano andare a comprare abiti audaci, non adatti nemmeno a un ambiente di lavoro serio. Sono tolette che sconvolgono, che turbano. La passione per i vestiti si manifesta in ogni momento, quando si scruta la collega, quando si esce in pausa pranzo solo per fare shopping con le amiche del cuore. I discorsi sono tutti finalizzati agli acquisti, non si parla mai di un film, di un libro, della recensione di uno spettacolo teatrale. Alcune donne non si vergognano degli abiti provocanti indossati, non hanno nulla da perdere. Ognuno bada solo a se stessa, salvo copiare i modelli delle altre.

Molte donne rivelano poca passione per il lavoro, molta per i vestiti che sono al primo posto nei pensieri. Le donne che indossano abiti classici vengono bersagliate con sguardi ironici perché queste donne non si limitano a seguire la moda, ma vogliono giudicare. Chi indossa un abito vecchio solo di qualche mese viene guardata storto come se avesse ucciso una persona. Bisogna per forza avere un guardaroba fornitissimo, aggiungere sempre nuove creazioni, magari di noti stilisti. Questo scandalo diffuso avviene in tutti gli ambienti dai più bassi fino alle vette. Non esiste rispetto per chi non può permettersi certi ritmi, non c’è carità, amore per il prossimo. Le donne si combattono a colpi di vestiti.

C’è poi il rovescio della medaglia, ossia giovani laureati, preparati che sono disoccupati. Allora conviene dare lavoro alle donne che veramente hanno bisogno di lavorare per sostenere la famiglia e i figli e mandare a casa quelle che dissipano soldi per idiozie disturbando, con la loro tracotanza, le colleghe. Le donne che spendono una fortuna per rifarsi evidentemente non hanno grossi problemi economici. In tempo di crisi bisogna dare spazio alle persone in difficoltà non a chi si dondola dentro un abito eccentrico che magari le sta pure male, ma ovviamente non conviene dirlo, meglio tacere. Tutti intanto tacciono davanti a queste anomalie, ma l’esercito dei disoccupati, padri di famiglia, cresce a dismisura.

 

Ester Eroli

 

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