La società italiana di fronte ai nuovi modelli familiari

La società italiana di fronte ai nuovi modelli familiariLa proliferazione di nuovi modelli familiari e di matrimoni misti, così come la diffusione delle unioni di fatto e anche quelle tra persone dello stesso sesso, sono il prodotto di un costante processo di privatizzazione tra le esigenze dell’evoluzione sociale e le necessità dei nuovi costumi che sempre più si stanno sviluppando nella società italiana.

Spesso si afferma che alcune forme di convivenza diverse dalla famiglia tradizionale possano investire, almeno nelle intenzioni, una funzione sociale. Il problema nasce nel momento in cui chiedono un pubblico riconoscimento, poiché, per il bene comune, devono sottoporsi al giudizio collettivo della loro rilevanza sociale e civile. Una società organizzata deve, pertanto, poter stabilire una graduatoria delle varie istituzioni che si richiamano ai modelli familiari dopo averne analizzato le funzioni sociali, la natura relazionale e l’impatto che determina nella vita pubblica.

A sostegno di quelle famiglie che, a prescindere dalla provenienza etnica o dalla loro composizione, si fondino sull’impegno stabile e sulla fecondità, ci dovrebbero essere più ampi ed incisivi provvedimenti politici. Una politica della casa, ad esempio, in grado di favorire l’uscita dei giovani dalle famiglie e che consentisse loro di crearsi, a loro volta, nuovi nuclei familiari, anche misti, multietnici, magari in grado di adottare trovatelli, qualora impossibilitati a procreare, ringiovanirebbe con estrema certezza l’età media della nostra popolazione, da tempo ormai ritenuta la più anziana d’Europa.

Il recente e sempre crescente fenomeno dell’immigrazione, sta producendo, nel nostro paese una sempre più variegata gamma di modelli familiari che toccano in maniera rilevante l’istituto del matrimonio e, conseguentemente, della famiglia. Prassi come il diritto dell’uomo ad avere più moglie o il diritto del marito al ripudio della moglie e non viceversa, così come il diritto esclusivo del marito alla patria potestà, son evidenti disparità in netto contrasto con la nostra Costituzione che hanno già proliferato seri contrasti col nostro Codice Civile.

Ora, senza cadere nelle paludi di un facile moralismo, se si parte dal principio che il matrimonio e la famiglia siano la cellula fondamentale dello Stato, nel momento in cui si consente di far accedere nel nostro Paese nuove etnie e nuovi modelli familiari, bisogna saper convivere con doverosa e cordiale apertura al pluralismo delle culture, sia nel rispetto dei principi e dei valori universali dell’uomo, sia nel far rispettare le leggi e le regole sancite dal nostro Statuto. Solo con l’esercizio di tali discernimenti si può salvaguardare una eventuale deriva dello Stato etico!La società italiana di fronte ai nuovi modelli familiari 2

Si dovranno mettere a punto modelli d’integrazione giuridica che siano in grado di propiziare e convalidare i processi d’integrazione sociale con comunità e tradizioni differenti, senza però intaccare gl’irrinunciabili diritti fondamentali della persona, senza i quali verrebbero meno le condizioni stesse dell’integrazione. Penso che tutti siano d’accordo che il dialogo e la convivenza siano possibili solo difendendo e rispettando il principio di uguale dignità.

Bisogna tener presente che la famiglia, nel corso della storia, ha subìto reiterati attacchi più o meno palesi. Ed è proprio la storia che ci dimostra come la più antica istituzione della società, appunto la famiglia, abbia resistito più e meglio di altri istituti etici e giuridici al logorio del tempo, dimostrando, inequivocabilmente, come qualsiasi essere umano abbia bisogno dell’amore familiare ancor più di ogni ideologia o invenzione giuridica!

 

Adriano Zara

 

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