Passare oltre

Il treno ha sempre infiammato l’immaginario collettivo. Il treno come metafora assoluta del viaggio, della fuga, dell’allontanamento. Il treno come metafora della gioventù che fugge per non più tornare. In certi casi bisognerebbe essere come un treno veloce che sfreccia ad alta velocità lasciandosi alle spalle paesi e campagne. In alcuni contesti ad alta tensione dove veniamo costantemente bersagliati e criticati non conviene polemizzare, dobbiamo passare oltre come un treno. Le critiche maligne degli altri, i loro appunti e disappunti, le loro frecciate al veleno, le loro frasi offensive e oltraggiose non dobbiamo sentirle se sono distruttive e dettate dall’invidia. Accettiamo le critiche sane e costruttive che ci fanno crescere, ci stimolano a fare sempre meglio. Ci sono invece frasi pungenti che non hanno senso e capiamo che sono nate da un sentimento di rivalità e invidia nei nostri confronti. Dante stesso disse la celebre frase: non ti curar di loro ma guarda e passa. Di fronte a certe insinuazioni dobbiamo essere superiori, fingere indifferenza senza ribollire, non far vedere che siamo inquieti per certi atteggiamenti. Esiste anche un detto popolare che dice: mai raglio d’asino è arrivato al cielo, per indicare appunto che i discorsi meschini degli stolti su di noi non possono attecchire, non devono. Molti si lasciano influenzare da certi giudizi e modificano il proprio modo di parlare, di vestirsi per uniformarsi agli altri e per non farsi criticare. Dobbiamo invece difendere la nostra personalità, le nostre scelte, il nostro modo di fare e di essere. Se le critiche vengono da amici e conoscenti che ci vogliono bene dobbiamo ascoltarle, pur essendo sempre noi padroni assoluti del nostro campo. In certi ambienti lavorativi molto competitivi non conviene scendere nell’arena della lotta a viso aperto, conviene volare via come un treno e fare onestamente il proprio dovere, senza sentire e temere il giudizio altrui. Se non passiamo oltre rischiamo di invischiarci in oziose divagazioni e in inutili discorsi sul nulla.

 

Ester Eroli

 

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