Storia del Re lavapiatti

Storia del Re lavapiattiIl Togo e’ uno stato dell’ Africa occidentale che ha festeggiato lo scorso anno il cinquantenario della sua indipendenza dalla Francia.
La meta’ dei suoi 6 milioni di abitanti vive con meno di 1,25 dollari al giorno ed al suo interno e’ costellato da decine di piccole e medie tribu’ ancora legate ad usi e costumi tribali,la piu’ importante delle quali e quella degli Ewe che conta quarantamila aderenti.
E’ proprio da questa tribu’ che parte la storia che andiamo a raccontare, la storia e’ quella di Re Jules Kangni Kossigan Samlan Kpehenon secondo,
sovrano in esilio della tribu’ Ewe dagli anni novanta quando con la famiglia reale fu costretto a lasciare il suolo natio per ripiegare nella fredda Germania e piu’ precisamente nella cittadina di Hermannsdorf.
Fino a qui’ diremmo niente di strano per un continente spesso teatro di innumerevoli lotte interne, spesso sanguinose e illogiche dal nostro punto di vista occidentale. Il bello pero’ arriva adesso perche’ se si pensa all’esilio di un Re, ci si immagina una vita di lussi, una gabbia dorata dalla quale lanciare anatemi contro i responsabili delle proprie vicissitudini.
Ed invece la vita di Re Salam e’ cio’ che di piu’ lontano esiste da questo stereotipo, Sua Eccellenza infatti non solo lavora per guadagnarsi da vivere, ma per farlo si occupa della manutenzione di pentole stoviglie e bicchieri in un fast food; fa il lavapiatti insomma!
Nell’ascoltarlo racccontare la sua storia colpisce lo sguardo fiero di un uomo capace di accantonare i propri privilegi con una umilta’ davvero rara, affermando che il lavoro, qualunque esso sia purche’ onesto, non deve mai suscitare vergogna in colui che lo svolge; nemmeno per un sovrano in esilio.
Ad aggiungere ancora un po’ di colore ad una vicenda che non ne avrebbe certo bisogno il fatto che Re Samlan continua ad esercitare la propria carica anche se part time, 3 volte la settimana infatti si mette in contatto telefonicamente con i suoi fedelissimi in Togo derimendo controversie tra sudditi e dando disposizioni che vengono pedissequamente seguite dalla sua amata tribu’.
Potere della tecnologia si direbbe, o a pensarci meglio potere di un uomo prima che un Re che porta nel cuore i suoi sudditi piu’ di molti politici nostrani pronti a dimenticare troppo presto i veri artefici dei privilegi dei quali godono.

 

Verini Umberto

 

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