Una città ideale

Nella Repubblica , opera in forma di dialogo, in dieci volumi, del filosofo greco Platone troviamo un interessante teoria politica. I temi affrontati sono molti come la giustizia, l’immortalità dell’anima ecc. In tema invece politico si descrive quella che potrebbe essere una città ideale governata da principi filosofici. La città prospettata da Platone dovrebbe entrare a far parte, insieme ad alte città, dello stato ideale. Questo stato è governato da saggi ed è caratterizzato da tre classi: gli artigiani lavoratori, i guardiani che proteggono lo stato e i governanti che amministrano la cosa pubblica e i beni anch’essi suddivisi in tre tipi. Le classi no sono rigide e non si entra in una classe di diritto per nascita. L’educazione dei giovani segue dei principi selettivi per cui i governanti sono educati al sapere, alla matematica, all’astronomia, alla dialettica, alla filosofia. Gli altri vengono specializzati in base alle proprie attitudini. Ognuno in base alla propria indole sceglie il suo mestiere. Il talento viene scoperto e messo al servizio della collettività. In questo contesto la giustizia segue principi di ordine e razionalità, niente è affidato al caso. La società così strutturata non ha bisogno di grandi ricchezze. Platone cerca di estinguere il concetto di povertà e ricchezza. In questa società platonica esiste la condivisione della proprietà privata. Le persone vivono del frutto del lavoro in modo semplice organizzate in gruppo. Importante è appunto la divisione del lavoro basata su un forte spirito di collaborazione. I singoli mestieri, in base alle vocazioni, vengono dati direttamente dallo stato. Scompare il concetto di famiglia tradizionale e la donna è quasi pari all’uomo nello svolgimento dei compiti. Le donne sono soltanto fisicamente più deboli. I beni sono quindi tutti di proprietà dello stato e gestiti dalle persone in un regime di comunione dei beni. I beni appartengono tutti alla collettività che li usa per i propri scopi pratici. I figli nati nella comunità vengono messi al servizio del gruppo. La famiglia non è più una cellula individualista.  Nella città ideale i governi sono democratici e la tirannia non trova spazio, anzi è severamente condannata. Questa città ideale di Platone sicuramente è utopica ma ha degli aspetti apprezzabili. Innanzitutto l’educazione dei giovani che mira a scoprire il talento del singolo e poi l’assenza di proprietà privata. Di solito nella nostra società sono i beni materiali a scatenare robusti appetiti.

 

Ester Eroli

 

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