Gioie e dolori della maturità

Gioie e dolori della maturità

Per molti il passaggio all’età adulta è dato dall’ingresso alla pubertà. Per altri dal compimento della maggiore età. Per molti l’esame di maturità segna l’ingresso ufficiale nel mondo adulto. Per lo stato un cittadino è adulto nel momento in cui ha il diritto pieno di votare. Ognuno si sente di essere divenuto adulto a seconda delle proprie esperienze personali. Spesso è una questione soggettiva. Molti hanno la sensazione di essere adulti quando sono in grado di difendersi da soli, altri quando vengono trattati dagli altri con rispetto. I giovani si sentono adulti quando a vivere per conto loro e non dipendono più dagli ordini dei genitori. La maturità è un terreno difficile da vincere e conquistare ed è un luogo dove poi non si fa ritorno. Per molti l’arrivo delle responsabilità e delle preoccupazioni, delle privazioni segnano la fine dell’età spensierata. La maturità per molti è un castigo, come i lavori forzati, un passaggio che desta allarme. Il desiderio segreto è quello di non essere grandi.

La maturità è come una macchina da guerra che uccide gli slanci con le sue ferree leggi e i suoi ridicoli divieti. E’ il tempo delle formalità, degli impegni, delle parole date, del rispetto, delle responsabilità fino alla fine. E’ il periodo del buon senso che toglie vigore alla passioni, alle tentazioni pericolose, agli svaghi anche innocenti. Ci si smarrisce, si cade nella depressione, nella stanchezza. Per molti giovani è un passaggio insignificante, che non ha valore, un passaggio che passa inosservato. Con la maturità si ha un’altra consapevolezza, si sa che non ci saranno più i genitori a giustificare il nostro operato. La maturità è un passaggio obbligato che non ha grossi inconvenienti se si cammina nel bene, anche se ci possono essere rimpianti per la gioventù trascorsa. Molte donne ripudiano le prime rughe e i primi segni del tempo e si lasciano logorare dall’idea di perdere la gioventù.

Per molti si diventa adulti quando subentra il disincanto e l’arte del compromesso. In questo campo vasto ci chiediamo quando si diventa veramente adulti, visto che sono sempre più i giovani che continuano a rimanere tali per anni come se l’atteggiamento giovanile fosse dato in eredità. L’età adulta è certo un universo nascosto che ognuno porta dentro di sé. Si diventa adulti invece solo quando si comprendono i genitori, i nonni si riconoscono i loro difetti e si accettano. Da piccoli abbiamo sentito i racconti della nonna e l’abbiamo creduta una creatura perfetta, abbiamo ascoltato le storie di nostro padre e ci abbiamo creduto come fosse oro colato.

Nella vita privata gli adulti sono quelli che perdonano, comprendono i genitori e i parenti con minimo sforzo. I parenti meschini, la nonna bugiarda, il padre superbo, la madre vanitosa, il nonno distratto vanno accettati, anche se non sono più i nostri eroi imbattibili. Dobbiamo avere compassione di nostro padre, dei suoi difetti. Ci deve fare pena la nostra madre bugiarda, specie se si pente, se ci supplica di perdonarla. Non serve essere spietati, attenti alle minuzie, sfogare l’odio represso. L’animo sereno lo si riconquista subito con il dialogo, con le parole gentili. Non dobbiamo guardare storto gli eccessi di nostro padre, le sue litigate. Nessuno è perfetto, immune da sventure. Bisogna tollerale le debolezze proprie e altrui, prendere coraggio e perdonare. Non si può rimanere nel sogno. L’avarizia di nostro zio, i pettegolezzi di nostra zia non ci devono meravigliare o spingere a vendette, a ripicche. Ognuno cerca di inculcare ai discendenti a suo modo dei principi.

 

Ester Eroli

 

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