Siamo stati messi al mondo sicuramente per fare del bene, per entrare a far parte della cerchia delle persone perbene. Abbiamo seguito sempre il corso degli eventi, i consigli della famiglia da cui abbiamo ereditato un bagaglio di conoscenze. La vita ci è sembrata all’inizio densa di promesse, di prospettive allettanti. Non abbiamo venduto i nostri ideali, svenduto i nostri principi. Abbiamo chinato il capo disposti ad accettare le scelte del destino senza forzare la mano. Sopraffatti dalla vita, dalle incombenze all’inizio ci siamo messi in testa di avere una ricompensa per il bene seminato, una specie di riconoscenza eterna. Non era una questione di interesse, di prestigio ma solo, per una questione di giustizia, volevamo essere notati. Invece nel cammino del bene, abbiamo subito insidie, lacerazioni, opposizioni, rivalità. Il destino stesso ci ha voltato le spalle, seppellito sotto un mare di invidia e rimproveri. Il destino all’inizio ci ha lasciato credere che avremo avuto un futuro radioso illuminato dalla luce del bene poi ci siamo ritrovati con il vuoto intorno. Meravigliati abbiamo visto trionfare persone viziose, scellerate, capaci di tutto. Siamo inorriditi davanti al trionfo palese del male. Ci siamo visti derisi, trattati come persone inutili dalle persone malvagie. Il destino stesso ci lasciava per strada, ci costringeva a tenere gli occhi bassi. Ci siamo chiusi in se stessi, messi per conto proprio in una lontananza eccessiva. Irritati non capivamo il nostro ruolo. Poi abbiamo capito, passando in rassegna il nostro comportamento, che il bene basta a se stesso. Non serve avere ricompense, stare in primo piano, essere considerati. Basta dormire tranquilli, avere la coscienza a posto, la serenità interiore che può scaturire solo da un atteggiamento e comportamento impeccabile. La ricompensa sta nel non avere quella cattiva coscienza che toglie il respiro e minaccia il cuore.
Ester Eroli