Basilicata, regione da riscoprire e valorizzare

Basilicata, regione da riscoprire e valorizzareA volte prendere coscienza di quanto è bello il nostro paese è davvero difficile: l’informazione da buoni consigli, spesso con programmi appositi, sui luoghi da visitare, ma solitamente si sofferma solo sulle località più famose ed a più alta attrattiva turistica; l’istruzione fa quello che può (e a volte, tristemente, neppure quello) preparando studenti che conoscono marginalmente la realtà italiana al di fuori di quelle poche e mal assimilate nozioni geografiche che sono state loro insegnate durante gli anni della loro formazione.

Per quanto anch’io, lo ammetto, sia da comprendere in questo insieme di persone cresciute “geograficamente ignoranti”, negli ultimi anni ho deciso di riscoprire la mia penisola, visitando città, paesi, località di cui si sente poco parlare ma che celano bellezze inimmaginabili.

Quest’estate, complici racconti e suggerimenti molto invoglianti, ho avuto la fortuna di visitare la Basilicata, una regione poco conosciuta ma dall’enorme potenziale.

Soggiornando in località Seluci (Lauria, PZ) ho potuto ammirare tutta la bellezza di panorami tali da mozzare il fiato: tra i monti e le colline, a tratti brulle, a tratti invase da una vegetazione rigogliosissima, ho potuto respirare un’aria che, da milanese, neppure conoscevo; ho goduto delle ombre delle nuvole che scivolavano lente su e giù per le pendici e per le valli, solo qua e là interrotte da centri abitati che poco hanno a che fare coi paesi e le città a cui sono abituato; sono stato affascinato dalla comparsa saltuaria, soprattutto di notte, di piccole volpi e altri animali dei boschi.

Muovendomi, invece, visitando alcuni dei luoghi che Rocco Papaleo ha recentemente reso famosi con il suo film “Basilicata coast to coast”, ho potuto vivere secondo un ritmo più lento, scandito da paesini poco affollati, strade deserte e silenziose e località che definire “affascinanti” è solamente una brutale semplificazione.

Tra queste credo valga la pena di ricordare Matera, la meravigliosa città dei Sassi (case pazientemente scavate nella pietra nel corso di secoli, sovrapposte l’una all’altra con un’arte che difficilmente la tecnica contemporanea saprebbe eguagliare) che oltre a questi può offrire alla vista chiese e musei di grande interesse culturale e di altrettanta bellezza, e Grumento Nova, paese arroccato su una collina ai cui piedi si può visitare la ben preservata città antica di origine romana (Grumentum) camminando sulle stesse strade che venivano percorse diciotto secoli fa, ammirando lo stesso teatro, gli stessi templi, lo stesso foro. Ciò non toglie valore ad altre città come Latronico, Lauria, Melfi, Maratea e Metaponto che offrono, ognuna a suo modo, paesaggi e monumenti degni di memoria.

Purtroppo però, tutta questa bellezza non è soggetta alla giusta valorizzazione: il fatto stesso che di questi luoghi si senta ben poco parlare la dice lunga sull’impegno profuso per dare a questa magnifica regione la visibilità che merita.

Tralasciando il problema della viabilità, piagata dall’incuria delle strade grandi e, soprattutto, piccole che attraversano la regione rendendo gli spostamenti a tratti disagevoli, la vera problematica è che molte di queste bellezze sono lasciate a se stesse, poco curate o, se curate, con fondi insufficienti per poter mettere a segno degli interventi veramente efficaci.

Se prendiamo il caso delle città che ho prima citato, Matera soffre di un’incuria tale da spingere a chiedersi perchè l’UNESCO (del cui patrimonio fa parte la città) non sia ancora intervenuto a regolare lavori compiuti in maniera quasi selvaggia, a proteggere molti dei Sassi da cedimenti grandi e piccoli che spesso di verificano e a fornire un servizio di visite che sia realmente di qualità, mentre Grumentum è penalizzata da continui tagli ai fondi che, accompagnati da biglietti dai costi minimi e da una pubblicità inesistente, fanno si che questo sito archeologico meraviglioso si regga in piedi a fatica.

Questa, inoltre, non è che la punta dell’iceberg: anche la Basilicata, come le altre regioni del sud Italia, non riesce a sfruttare come si deve la più importante delle sue risorse, ovvero i giovani.

Nicolina Casentino, giovane universitaria che è stata, nelle due settimane del mio soggiorno,  uno dei miei informatori su questa situazione, mi ha mostrato come non solo non ci siano attrattive per i giovani dal punto di vista lavorativo (con poche aziende scarsamente integrate nel sistema di mercato e più dedite al risparmio e alla conservazione dello status quo piuttosto che alla crescita), ma anche come le attrattive manchino anche nella vita di tutti i giorni, situazione che ha costretto lei e molti dei suoi coetanei ad emigrare per cercare altrove (generalmente a nord, ma non necessariamente nel Nord-Italia) maggiori opportunità per se e per il proprio futuro.

Tutto questo crea una regione che si muove costantemente tra due poli: da un lato un potenziale (ambientale, culturale e umano) enorme che, se sfruttato, potrebbe avere una grandissima resa con grandi benefici per tutti, enti, aziende o singole persone; dall’altro la mancanza di volontà (e, spesso, anche di possibilità) di mettersi in gioco e trascinare una regione tanto bella e ricca fuori dall’anonimato in cui è costretta.

Se potete, trascorrete qualche giorno in Basificata: è una regione che ha molto da dare e, forse, farle sentire che non è stata dimenticata può farle trovare il coraggio di aprirsi e mostrare pienamente tutte le sue bellezze che, finora, sono rimaste per lo più nascoste tra le sue valli.

 

Matteo Ruggeri

Foto di Debora Introcaso

 

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