Evitare gli sprechi anche nei giochi

Evitare gli sprechi anche nei giochiIn passato i bambini, gli adolescenti si divertivano con poco, magari con un aquilone, con la sabbia del mare, con pezzetti di legno, con bolle di sapone improvvisate. Spesso gli adolescenti si costruivano da soli strumenti musicali, oggetti ricorrendo a materiale preso direttamente in casa o nella natura. Si fabbricavano da soli seggioline, bambole di pezza, pifferi. Alcuni materiali venivano anche presi in prestito e poi restituiti alla fine del gioco. I bambini che abitavano al mare si divertivano a raccogliere conchiglie, a tirare sassi sulle onde, a pescare pesci, a costruire i classici castelli di sabbia. Il grammofono veniva usato con parsimonia. Tutte le energie erano impegnate nel realizzare un gioco divertente, armonioso. Si cercavo giochi coinvolgenti, che prevedessero la partecipazione di tutti i bimbi del vicinato, aldilà dell’età anagrafica. C’erano giochi che potevano vedere la partecipazione di bimbi di fasce di età diverse. Gli oggetti avanzati dei giochi si recuperavano, venivano messi da parte per i giorni successivi. Ogni bambino aveva uno scatolone con i suoi passatempi preferiti, che non erano poi tantissimi. Nella attuale torre di babele ogni bambino possiede una cameretta completamente piena di giocattoli, pupazzi, palloni, bambole e spesso nemmeno li guarda e li usa. I giochi sono già programmati e preimpostati lasciando poco spazio alla fantasia. I giocattoli sono tutti confezionati a cominciare dai fischietti per finire con gli orsi di peluche. In questi giochi non c’è il miracolo di una personale e fantastica creazione dal vivo. Non si crea nulla, magari anzi si distrugge il giocattolo che nel frattempo è divenuto noioso. I genitori guardano i figli giocare con oggetti firmati, di lusso con una evidente punta di compiacimento, nel frattempo i nonni non sanno più che regalare in occasione delle feste. Ogni gioco diventa subito vecchio, sostituito da uno più aggiornato. Nessun bambino cura in modo particolare i suoi giocattoli, spesso sono sparsi alla rinfusa nella stanza nel totale disordine. Solo le vetrine di moda attirano gli sguardi attenti e vogliosi dei bambini, che se non ottengono ciò che vogliono, sono capaci di piangere e fare capricci. Con il viso rigato di pianto sono capaci di urlare e strepitare anche per strada. Nessun giovane sperimenta nuove tecniche, si apre a nuove prospettive, senza bisogno di supporti, si impadronisce di nuovi sistemi di lavorazione di una certa materia . No ci sono meriti, i bambini hanno timore a lavorare da soli, sono incerti, non imparano con facilità, la loro mente è chiusa, non fluisce, ha un ristretto repertorio, non riescono ad uscire dalle difficoltà. Sul cuore dei bimbi moderni pesa solo il dolore sottile di aver perduto magari qualche pallone o qualche bel giocattolo nuovo fiammante. Nuovi giocattoli sono pronti a far recuperare l’allegria ai ragazzini. Nessun genitore si accolla il compito ingrato di scrollare l’apatia, di correggere comportamenti accidiosi, di stimolare la fantasia creativa. Le emozioni e gli entusiasmi dei bambini sono stemperati nella confusione del mondo dei giochi. I genitori comunicano con voce suadente, spesso con un filo di voce, sempre gli stessi messaggi, la stessa musica. Il lusso dei giocattoli, di facciata, nasconde il vuoto. Le idee e le speranze si accavallano ma non trovano terreno fertile. I genitori sono sempre in apprensione per i figli ma non curano la insolita stanchezza dei loro figli. Forse entrando maggiormente in confidenza con i figli, grazie anche alla crisi economica, potrebbero invitare a creare qualcosa di nuovo con le proprie mani. Un giocattolo fatto da soli è un buon risultato e apre la strada a un avvenire più dignitoso. In tempi di crisi forse qualcuno, in mancanza di soldi, prenderà coraggio, insisterà e realizzerà un giocattolo capace di catturare l’attenzione per la sua intrinseca bellezza. Spesso infatti i giocattoli inutili, comprati giacciono mesti vicino ai cassonetti. Con il tempo impareremo a evitare simili sprechi.

 

Ester Eroli

 

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