Giudici

La casa editrice Einaudi ha pubblicato un romanzo dal titolo Giudici diviso in tre racconti molto significativi, scritti da scrittori di fama. il libro getta luce sulla amministrazione della giustizia e sulle sue tensioni.

Il primo racconto è la storia di un giudice che da Torino viene mandato in Sicilia all’improvviso. Li viene chiamato eccellenza ma presto scopre di non riuscire a capire i siciliani con i loro rituali, la loro omertà. Si mostra subito severo e cerca di mettere riparo al disordine della procura. Il suo amore per la giustizia lo porta ad essere fiducioso mentre gli altri con lui sono bruschi e reticenti. Scopre che la mafia viene sempre a sapere tutto con esattezza e il loro comportamento non muta.  Riescono a intimorire le forze dell’ordine, a rubare dei faldoni in modo geniale, a elargire regali per corrompere, a dare  fuoco agli uffici e. i capi mafia hanno sempre la loro bella faccia fredda di occasione mettendosi al sicuro  Il giudice si sente minacciato ma combatte perché non vuole perdere la faccia. Lo colpisce la mentalità del luogo dove predomina il grigio ossia le mezze misure, i compromessi. Il giudice resta impassibile ma la sconfitta brucia. Alla fine dopo molti equivoci viene trasferito. E’ pronto a rifarsi una nuova vita senza rimpiangere il passato.

Nel secondo racconto la protagonista è una giovane donna giudice chiamata la bambina per la aria innocente, con le sue scarpe basse e i capelli corti dimostra di meno della sua età. Suo padre poliziotto l’ha plasmata. Lei vorrebbe mutare le cose eliminare la corruzione, i portaborse ecc. Si ritrova al centro di una agguerrita guerra di mafia dove la politica influenza le scelte. Tra perquisizioni, denunce, carabinieri corrotti, protezioni, società fantasma, sospetti, avvocati ruffiani, favori, caserme logore, periferie abbandonate, morti sospette, permessi facili, conflitti di attribuzione, furto di documenti lei si ritrova a subire un attentato. Finisce in un ospedale clandestino gestito da medici che curano solo delinquenti di nascosto. Lei viene colta da una inquietudine fredda e scopre di non potersi fidare di nessuno anche perché nessuno parla e chi parla viene fatto tacere a colpi di pistola. Scopre appoggi, intrecci, giro di pentiti, di figli di papà, di sbirri corrotti, di falsi investimenti, di clan di amici legati da vincoli quasi familiari. Alla fine raggiunge una calma di rassegnazione. Resta in servizio consapevole che cambia tutto per restare sempre uguale. Solo la stampa sguazza nel descrivere gli omicidi di mafia.

Nel terzo racconto un procuratore perde la sua lotta contro un sindaco corrotto. Il sindaco e i suoi amici erano stati suoi compagni di scuola. Al tempo della scuola si sentivano importanti ed erano cattivi ed avevano sempre successo anche con gli insegnanti. Rubavano, facevano scritte oscene.  Il procuratore sui banchi di scuola aveva avuto una dura lezione. il gruppo dei cattivi faceva marachelle e inghippi come comprarsi i voti per la elezione del capoclasse e usciva sempre indenne. I cattivi avevano una notevole prontezza di spirito. Lui aveva tentato delle contromosse ma era uscito disgustato e sconfitto. Persone socialmente impresentabili erano sul podio, lui era nelle retroguardie. I suoi valori non contavano. Poi era divenuto procuratore e continuava ad attenersi alle regole nonostante le ironie e le discussioni con lo stesso suo figlio che lo disapprovava. Allora lui girava con sempre lo stesso sorriso addolorato sul volto. Per il suo perbenismo era giudicato uno stupido anche da suo figlio che se ne approfittava e pensava solo a divertirsi.

Nel suo nuovo incarico aveva scoperto nel paese scempi edilizi, abbattimento clandestino di boschi, appalti truccati anche con l’appoggio di consiglieri comunali, ospedali lasciati al degrado, sospetti di avvelenamento, polizia locale  prelati corrotti, corruzioni con mazzette, aggressioni, ricatti, boss riveriti, delinquenti che la passano liscia, spudorati furti di documenti, archiviazioni sospette, scambi di voti, uomini d’affare intriganti

il suo eterno rivale dai tempi della scuola ha una base elettorale ampia, con il suo sorriso di adolescente rapisce il popolo, vive di affari lucrosi e sporchi, ha una donna  dal nome prestigioso, una fede politica in apparenza incrollabile, ha conoscenze in ogni campo, una segretaria perfetta, collaboratori fidati ed è simile a suo padre nella sua coscienza ribelle. Suo padre è un uomo ingombrante, disonesto, dedito alla malavita. Suo figlio per le cattive compagnie è un drogato che lui giustifica e protegge. Si proclama cattolico ma poi bestemmia e ha un figlio dalla dubbia reputazione che fa feste equivoche.

Il giudice diviene il bersaglio facile e fa fatica ad essere professionale in questo contesto. Resta disgustato nel vedere come i progetti dei suoi rivali vanno in porto con l’appoggio popolare. Si sente sfortunato, sprovveduto,  incapace . Non è facile restare in pista. La sua caccia all’uomo viene vanificata. E’ accusato di essere troppo buono, troppo rispettoso delle regole. Ogni giorno rivive lo stesso copione ed è costretto ad allargare le braccia. Si sente solo, perduto, circondato da vincenti che lo guardano con occhi beffardi. A un certo punto comprende di essere esaurito bisognoso di un neurologo. Tuttavia sa che è meglio solo che male accompagnato. Per riprendersi la vita sa che deve trasferirsi, per dimenticare.

 

Ester Eroli

 

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