Fobia della fine

Fobia della fineChi ci ha condannati all’astrazione del senso dei sensi? Chi ci ha imprigionati in questa pseudo consapevolezza di essere invulnerabili e imperturbabili? La paura. La paura di vivere, la paura di morire, la paura della solitudine, la paura di avere una malattia incurabile. La paura alimenta la paura e la paura della paura incrementa il dolore. Un forte mal di testa coglie il nervo cerebrale che ci fa temere di essere giunti alla fine, una spessa, inconsistente ipocondria fa incrementare il dolore, non ci fa pensare ad altro, siamo vittime dell’idea del dolore, non del dolore stesso. E andiamo nel panico. Il dolore fisico è un’ulteriore dimostrazione della presenza del dolore emotivo; e facciamo esami medici, controlli fisici, prelievi del sangue. Ci rivoltano come un calzino per poi non trovare nulla di “danneggiato”, sperando che in qualche modo lo trovino, che sia curabile, o quantomeno, che ci sia la consapevolezza di stare per giungere alla fine: la fobia dei giorni rimanenti, quella la affronteremmo dopo, “con calma”. Ma nulla. Nulla di malato risiede dentro di noi. Questo ci fa cadere in una profonda smania di sapere, ci porta alla follia, fino a quando non speri altro che quel dolore possa cessare, o quantomeno diminuire. Ma la paura incrementa il dolore, che incrementa la paura. Un dannato circolo vizioso che ci porta anzitempo alla bara. Il nulla rivestito dall’idea del tutto.

 

Mario Bucci

 

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