Gli affabulatori della politica italiana

Gli affabulatori della politica italianaPer affabulatore s’intende colui che fa uso dell’affabulazione, neologismo coniato all’inizio del ‘900 di chiara derivazione latina, che significa raccontare, esporre quindi fatti e misfatti come se fossero fabulae, cioè favole, ma anche frottole. Pertanto chiunque si sia avvalso, si stia avvalendo e si avvarrà di tale tecnica per ammaliare, sedurre o comunque catturare l’attenzione della gente, può essere definito a buon titolo: affabulatore.

Anche se i mezzi di larga diffusione mediatica diretta quali radio, televisione ed anche internet hanno notevolmente mutato lo scenario della penetrazione di massa, le forti aggregazioni di piazza continuano ad essere il palcoscenico preferito dell’affabulatore, perché il contatto diretto, se fatto ad arte, paga eccome. Il magnetismo dello sguardo, la facilità di parola, qualche citazione colta qua e là, la simpatia, la capacità di catturare l’attenzione, sono le sue armi preferite.

Attualmente in Italia, col crollo della prima repubblica cui ne è succeduta una presunta seconda che è lungi dal risolvere i problemi della prima, l’ars affabulatoria, trova spazio e facile penetrazione nell’indignazione crescente dei cittadini. Sono moltissimi ormai coloro che scrivono lettere ai giornali, animano i blog, raccolgono firme, nell’intento d’incidere concretamente sugli annosi temi del quotidiano, specie dopo le numerose ondate di sdegno suscitate dalle varie tangentopoli, calciopoli, vallettopoli, mondezzopoli, escortopoli e così via, la lista si allunga sempre più.Gli affabulatori della politica italiana 2

Di sicuro c’è ancora un certo scetticismo generale riguardo alla possibilità di forzare un cambiamento del sistema tramite una pressione proveniente dall’esterno, cioè in ambito non-politico. In contrapposizione al palazzo può esserci la piazza, a condizione però, che abbia una guida, che la faccia sentire importante, potente, insomma che l’aizzi. Adesso che il distacco della politica dai cittadini è sempre più beante e terreno fertile per gli affabulatori, l’attuale crisi economica sta creando i presupposti ideali affinché la casta sia messa davanti alle proprie responsabilità riguardo alle nefandezze perpetrate in questi ultimi trent’anni di storia politica del nostro Paese.

Con molto rammarico è lecito affermare che dopo gli anni della ricostruzione del dopoguerra cui seguì il Boom degli anni’60, la classe politica italiana è riuscita a creare, dietro la facciata della democrazia, soltanto un nutrito gruppo di mezze calzette, abbarbicate al potere, ai privilegi della casta, preoccupate più a eludere che a risolvere le legittime aspettative degli elettori. Così, quando scoppia una crisi di governo, a prescindere dal colore politico, non si può trovare una soluzione consona, dato lo scadente materiale politico a disposizione, che tutto fa e disfà con offensiva supponenza avendo, inoltre, la faccia tosta di sostenere di agire per il bene dello Stato.

Ad ogni crisi di governo la casta si scatena, trattative e compravendite di voti pullulano nei due rami del Parlamento, se non ci sono i numeri per la fiducia, allora vengono presentate e giustificate le più fantasiose soluzioni: governi balneari, convergenze parallele, a maggioranza variabile, presidenziali… se poi la crisi si fa impellente, pressante, irrimandabile, allora ecco le trovate : governo tecnico, anzi no, governo istituzionale, meglio di solidarietà, macché, ancor meglio di larghe intese…ecco le formule che dovrebbero rassicurare l’opinione pubblica!

Un governo tecnico? Di larghe intese?… Ma composto da chi?…Sempre da Voi?… Dagli affabulatori?…Pietà!

 

Adriano Zara

 

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